Attualità

La sala stampa contro Il Volo e l’Italia

Indiscreto 13/02/2019

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Le immagini della sala stampa di Sanremo che al 90% esulta come allo stadio alla notizia del terzo posto de Il Volo, non per il prestigio della medaglia di bronzo ma perché così di sicuro la vittoria sarebbe andata a qualcun altro, spiegano meglio di mille editoriali il carattere profondamente anti-nazionale delle élite italiane. Non che i giornalisti siano élite, mediamente sono (siamo) sfigati che per pochi euro inseguono le vite degli altri invece delle proprie, ma nella maggioranza si percepiscono come tali quando invece l’unica loro ricchezza è fare il lavoro che sognavano da bambini (non accade quasi a nessun altro). E nemmeno vogliamo dire che il popolo sia quello che alla una di notte spende mezzo euro a telefonata per votare Mahmoood, Ultimo e i tre ragazzi nati da Antonella Clerici: le minoranze organizzate hanno portato a un paio di guerre mondiali, fra le altre cose, non è che siano composte da gente migliore o più preparata ma solo da gente con più tempo da perdere.

Il punto è che l’Italia è disprezzata prima di tutto dagli italiani, come provano anche le blande reazioni alle parole di Verhofstadt che dà del burattino a Conte. Lo abbiamo visto più volte anche nel calcio, con la Nazionale. Non siete juventini e vi stava sulle palle Lippi? Va bene, tifate contro l’Italia di Lippi. Non siete milanisti e vi stava sulle palle Sacchi? Va bene, tifate contro l’Italia di Sacchi. Non siete interisti e vi sta sulle palle Mancini? Va bene, tifate contro l’Italia di Mancini. Ma questo disprezzo, nella migliore delle ipotesi indifferenza, lo abbiamo visto anche per Valcareggi, Bearzot (fino alla santificazione post ’82), Vicini, Prandelli… Parliamo dei comportamenti veri, non delle frasi edulcorate ad uso del pubblico. Non così accade per i club, dove anzi accade il contrario: anche chi non è tifoso della squadra che segue è indotto a sentirsi sulla stessa barca della squadra, con atteggiamenti conseguenti.

E gli esterofili nella musica sono anche più beceri, perché danno anche una giustificazione culturale alla propria ignoranza e al proprio rifiuto dell’italianità rappresentata da Il Volo che, ci piaccia o no, è quella che nella musica ha più successo. Perché al di là di Chiasso e di Ventimiglia quasi nessuno pagherebbe un biglietto per ascoltare gli altri 23 concorrenti di Sanremo, al di là del fatto che noi fra quelle del podio avremmo scelto la canzone di Mahmood. Ma senza gridare ‘merde’ a chi è arrivato terzo.

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