Basket

La musica è finita

Oscar Eleni 24/11/2025

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Oscar Eleni ai Caraibi  per dimenticare il Merdocene, questi anni bui, come li descrive un giornalista canadese, per brindare con la gente del Curaçao, 188 mila abitanti, il paese più piccolo mai qualificato per i Mondiali di calcio che l’Italietta bavosa non ha  ancora raggiunto. Dicono che siamo stati fortunati nei sorteggi per lo spareggio di qualificazione, trovando l’Irlanda del Nord, ma, come suggerisce Gene Gnocchi nei suoi Rompipallone, anche nei peggiori bar nordirlandesi hanno festeggiato dichiarandosi fortunati per aver trovato  Azzurra, la povera creatura che  Gattuso ha trovato già sul tavolo freddo dove finiscono i calciatori che se la tirano in faccia e al secondo passaggio sono già per terra a piangere.

Malattia che negli sport di squadra tormenta anche quelli del basket che entrano nella settimana della nuova redenzione ora che a strapparsi i capelli, insieme al presidente Petrucci, agli allenatori  farisei della scuola italiana, è arrivato il maremmano Luca Banchi. Gentiluomo che merita tutto il nostro appoggio, ma che, purtroppo, capirà già dalla prima uscita nella meravigliosa cittadella dello sport di Tortona che persino l’Islanda potrebbe creare pensieri anche se qualificarsi per il Mondiale della palla al cesto non sarà difficile come per i milionari del pallone, le belle gioie che non hanno certo la grinta e le gambe della Battocletti tornata a vincere nella prima uscita sui percorsi fangosi del cross, quelli magici della Spagna che le ha regalato rose ed abbracci.

Quelli che invece non ha trovato l’ingegnere Aouani, meraviglia dell’ultimo Mondiale nella maratona, una lunga corsa partendo da Ponte Lambro studiando ed allenandosi, che nella Cinque Mulini a San Vittore Olona si è trovato davanti un giovane eritreo e un keniano, salendo però sul podio  che ci ha ricordato lo splendore di una corsa e di una organizzazione come ai tempi del Turri filosofo che sapeva conquistare tutti i campioni che poi illuminavano una festa che, per fortuna, continua anche in tempi difficili dove  non soltanto i mulini si rifiutano di macinare  buone idee.

Siamo prigionieri nel Merdocene, perché si scherza col fuoco, ti sparano per strada mentre cerchi di schivare l’auto che il senza patente, magari  ubriaco o drogato, fa volare mentre tu sei sicuro di essere protetto dalle strisce pedonali. Confusione ai finti tavoli della pace, ai seggi elettorali disertati da troppa gente che poi, magari, si lamenta per come viene governata. Marasma collettivo mentre crescono i seguaci dei violenti che spaccano tutto, sparano alla luna e, purtroppo, anche  ai coetanei imbesuiti dal rap.

Giorni infernali, mentre il termometro va sotto lo zero e Ornella Vanoni non è più con noi a raccontarci la stupenda ribellione nella terra dei ciechi che fingono di capire  e di vedere. Il suo canto libero per  ricordarci che si può ancora sognare, vantandosi di avere avuto personaggi di questa qualità nella stessa Italia sospesa  sul ponte dei sospiri che  non riesce a  sorridere anche se ogni giorno deve ascoltare un finto comico dove dovrebbe stare un dirigente, nella politica, nello sport dove hanno scoperto che sono tutti uomini quelli che sono al comando nelle federazioni, in trincea  per non farsi prendere la poltrona del CONI, preoccupati che le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina diventino una terra per predatori sempre noti, allarmati che Evelina Christillin abbia davvero ragione  difendendo le Olimpiadi che organizzò così bene a Torino come ha fatto notare al giornalone che l’aveva stuzzicata.

Tornando al basket facciamo presente all’amico Banchi,  allenatore di qualità, uomo dalla schiena dritta come sanno bene a Siena, a Milano, alla Virtus Bologna che lo ringrazia anche se poi lo scudetto lo hanno rivinto con Dusko Ivanovic, che i convocati per il doppio confronto con Islandesi a Tortona e Lituania a Klaipeda, terra di famosi cestisti, sono andati tutti malino, a parte forse il Ferrari ma in A2 con CIVIDALE che ha sbancato Pesaro, cominciando dal Della Valle giustamente ripescato, autore di soli 6 punti nella giornata in cui Cremona ha scoperto che la capolista ha anche altre frecce oltre al grande tiratore e al Bilan maestro nelle aree pitturate.

Al raduno arriveranno con faccia diversa  Tonut ed Akele, prestati generosamente nella settimana di Eurolega dove soprattutto la Virtus non  ha potuto liberare gente come Niang o Diouf che sono davvero il nostro futuro anche se la cosa creerà lo stesso tormentone sul colore della pelle, sulle origini che, per fortuna, non ha turbato il giardino dorato della pallavolo.

Cari cestisti che forse non verrete mai invitati dal  presidente Mattarella, perché dal capo delloCstato, al momento, come vi potrebbero spiegare i tennisti, vanno soltanto  quelli che vincono cose importanti, cercate di consolare il Tonut che ha lasciato l’Armani disarmata e disarmante, con troppi malati veri o presunti, mentre la sua Trieste faceva festa. Voi che siete con la nuova Azzurra fremebonda fate capire ad Akele che la Virtus, prima o poi, avrà davvero bisogno di lui anche per tenersi la testa testa della classifica nel nostro torneino che al momento gratifica più della mezza pensione nell’Eurolega dominata dall’Hapoel Tel Aviv.

Hapoel dove sembra che sappiano cercare giocatori meglio che a Milano e alla stessa Tel Aviv del più famoso Maccabi, in fondo alla graduatoria nel torne  che ora la NBA vorrebbe sostituire con le sue intelligenze artificiose, più che artificiali, scatenando una guerra di religione già a Milano dove preferirebbero i padroni stranieri di Milan e Inter, quelli che nell’ultimo derby hanno fatto il record d’incasso anche se nello stadio monumento che presto demoliranno, appena si spegnerà la fiamma olimpica, piuttosto che l’Olimpia se all’Armani dovessero stancarsi di spendere così tanto per uno sport dove non hanno tanta memoria.

Le pagelle  malmostose dopo tante lacrime e la  veglia davanti alla casa di Ornella Vanoni che ha dato appuntamento sulla sua nuvola incantate dove intanto litiga con l’amico geniale Lucio Dalla, convinta che la Milano del basket, già depressa per i passi falsi dell’Urania in A2, sarà ancora l’avversaria vera per la Virtus Olidata al momento preoccupata dai progressi di Brescia e dalla marcia trionfale di Trapani che vince anche quando deve risvegliarsi dall’incubo dopo il primo quarto meraviglioso della Reggio Emilia che poi  si è fatta picchiare per la settima sconfitta consecutiva.

10  Al POLONARA che ha compiuto 34 anni abbracciato alla sua splendida compagna, capitano non giocatore, come ha deciso Luca Banchi tenendo nella famiglia Achi come aveva fatto Pozzecco, di una Nazionale che non può deludere il suo leone che ancora combatte sognando la prima schiacciata.

9 Alla SOCIETÀ di BRESCIA e al suo magico chiropratico, al COTELLI esordiente che al momento rendono felice una città che ancora non riesce a perdonare la sua squadra di calcio prigioniera in serie B.

8 Al collega e, speriamo, anche amico ZAPELLONI, autore di bei libri con il maestro PETERSON, 90 anni e non sentirli, che nel pezzo per il Foglio ha ispirato un bellissimo titolo che potrebbe servire a Petrucci  e a Banchi: ”Italia del basket cerca e trova il tuo liocorno “. Magari.

7  Al maestro SPAHIJA che forse ha scoperto la vera REYER dopo tante settimane di sofferenza. Non può ancora illudersi, ma di certo potrebbe essere con TRAPANI e BRESCIA la vera alternativa alla dittatura delle due regine sfiancate dal calendario ebete dell’Eurolega.

6 A Dan PETERSON che all’alba è già al lavoro per tenerci svegli e svegliare un basket che ama davvero come si capisce dal docufilm che ci ha regalato, una vita vera da numero uno che , fortunatamente, ha vissuto fra la sua terra, Evanston, le radici indiane, il Cile,  l’’Italia, cominciando da Bologna, regno dell’avvocato PORELLI, e Milano casa Olimpia, casa Bogoncelli, corona ereditata da Cesare RUBINI. Bel lavoro, grande storia.

5 A VERTEMATI adesso che ha trovato la bella vittoria sul campo di Varese, se come assistente di BANCHI non porterà un po’ di allegria nel campo stretto dove l’Italia del basket cerca nuovi talenti sapendo che in troppi sono obbligati a cercare lavoro lontano dal Paese dove hanno imparato, proprio come tantissimi  neolaureati che preferiscono l’esilio a stipendi da fame.

4 AL BASKET se non si vergognerà di sapere che Romeo SACCHETTI  ha scelto MONTECATINI per   tornare a soffrire nello sport che ama e che ha onorato sul campo come giocatore e come tecnico, non tanto perché ha preferito una serie minore, seppure in una società storica, ma perché siamo convinti che questo campione che in panchina, cominciando da Sassari, ha fatto cose stupende, merita davvero di insegnare ai massimi livelli.

3 A VIRTUS OLIDATA e ARMANI se per giustificare il fatto che non hanno potuto lasciare liberi gli azzurrabili dovessero difendersi accusando anche MIAMI di non aver lasciato libero il FONTECCHIO che sembra andare alla grande. Certo anche loro sono prigioniere di calendari demenziali e la guerra EUROLEGA-FEDERAZIONE crea soltanto confusione.

2 Al presidente PETRUCCI il più felice, sembra, per l’arrivo della NBA nel grande basket europeo perché fra le due squadre italiane prescelte ci sarebbe anche Roma. Ora, un presidente federale che crede nella meritocrazia sportiva come potrebbe sostenere che Roma ha più titoli di Bologna per rappresentarci nel nuovo rodeo?

1 A VARESE perché nella settimana dei festeggiamenti per il giusto rinnovo del contratto all’allenatore KASTRITIS fino al 2028 la squadretta che sembrava risanata si è fatta notare per un bel 3 su 30 nel mefitico tiro da tre. Complimenti.

0 Ad EUROLEGA-FEDERAZIONE MONDIALE e NAZIONALE perché i loro litigi  rendono sterile una luna già fredda. In Italia poi si va avanti proponendo soltanto mercenari che costano molto e valgono poco. Serve una rivolta, ma al momento tutti pensano soltanto a fare affari e se è vero che il denaro non puzza, è anche vero che la loro finta passione puzza più tutto il resto.

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