Sport

La Maccarani come Conte?

Stefano Olivari 10/01/2023

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Fareste allenare vostra figlia da Emanuela Maccarani? I media italiani, colpevolisti tranne che con alcune categorie di persone, da settimane ci suggeriscono di rispondere no, a reti quasi unificate. Eppure le accuse più gravi, nei confronti della direttrice tecnica della ginnastica ritmica italiana e di altri allenatori, riguardano non abusi fisici ma un linguaggio pesante che nello sport agonistico è normale, in molti casi doveroso. Soltanto che qualcuno passa per cazzuto motivatore e qualcun altro per la strega cattiva. Conte che controlla ogni giorno il peso di Lukaku è differente da chi ricorda alle ragazze della ritmica che un grammo in più o in meno fa la differenza?

Per questo abbiamo letto con molto interesse l’intervista che la Maccarani ha rilasciato al Corriere della Sera, in cui parla di una regia mediatica, visto che le frasi riferite dalle ragazze, riferite a contesti diversi, coincidono perfettamente. L’idea della Maccarani è che qualcuno abbia ‘investito’ su un tema di moda come il body shaming, in certi casi per giustificare le proprie sconfitte sportive ed in altri per colpire lei che fra le altre cose è il rappresentante dei tecnici italiani nel Consiglio Nazionale del CONI. Lei che in vent’anni è diventata l’allenatore italiano con più medaglie, parlando di squadre nazionali.

Non sappiamo se le accuse siano fondate, ma siamo certi di una cosa: ad un giovane occidentale, maggiorenne e a maggior ragione minorenne, non si può più muovere alcuna critica. Non è il solito schema, che esiste da millenni, del genere ‘ai miei tempi’ (ed i tempi del vecchio genitore, allenatore, insegnante, eccetera, sono sempre immancabilmente più duri), ma una cosa del tutto nuova e che prescinde dai contenuti, in questo caso dal peso: il ragazzo è per definizione fragile, da proteggere in maniera legale ed anche illegale non soltanto da presunti abusi, ma anche dalle sconfitte della vita. Quando la Maccarani dice “Lo sport è per tutti, l’alto livello no” vuole sottolineare anche questo. È quindi l’accusato costretto a discolparsi, non l’accusatore a dover trovare una base alle sue accuse. Perché comunque vada a finire la carriera della Maccarani è probabilmente finita.

stefano@indiscreto.net

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