Sport

La fuga dei Garavaglia

Oscar Eleni 18/08/2025

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Oscar Eleni a spasso fra le meduse di Gravelines che stanno intasando l’impianto nucleare nella zona di Dunkerque, le stesse che sembrano smaniose di aprire un dialogo con i polipi dello sport, quelli che stanno facendo le valigie per i mondiali di atletica, pallavolo, gli europei del basket, i troppi già seduti nelle tribune estive del calcio. Giornate torride, tempeste in arrivo, poche cose serie da scrivere mentre due barcaioli fanno a pugni davanti alla grotta azzurra di Capri, scoprendo l’omicidio pietoso, confusi dal colore del tappeto steso da Trump per Putin mentre i barricaderi dell’Europa insistono per non deporre le armi che si vendono a buon prezzo.

Polizia impegnata nella ricerca dei ragazzini che dopo aver rubato l’auto a turisti francesi hanno investito ed ucciso una signora nella periferia milanese, minorenni già fuggiti dalla comunità dove erano stati portati avendo scoperto, ma dai, che in famiglia non se ne occupavano tanto. Diventerà un caso peggiore di quello dell’omicidio di Garlasco, una storia meno divertente di quella degli autovelox fuori legge o, meglio, troppo nella legge.

Confusione, fra le giuste lacrime per la scomparsa di Pippo Baudo, traffico intenso a  San Siro per la prima del Milan nello stadio che in troppi vorrebbero vendere, croce bianca nel cimitero ambientale meneghino dove , lo ricordiamo, non c’è un palasport a parte quello privato di Assago. Tempio, il nostro caro stadio Meazza, balilla prodigioso, che dovrebbe servire per la cerimonia d’apertura della prossima Olimpiade invernale che organizzeranno “insieme”, salvo litigi già previsti e bilanci già sfondati, Milano e Cortina nel 2026. Festa che Malagò vorrebbe proteggere anche se i maghi che governano la città meneghina, non tutti a piede libero, e i padroni delle due grandi squadre di calcio discutono da mesi sulla vendita, la costruzione di nuove arene, litigando con i comitati di quartiere sotto i pochi alberi rimasti in zona.

Calcio che vorrebbe riprendersi la scena, lasciando alla notte del tennis la gloria per la doppia finale con Sinner e la risorta Jasmine Paolini sul campo di Cincinnati a 40 gradi. Pallone che vola alto già per la Coppa Italia se per vedere l’esordio del Milan contro il Bari vanno in 71 mila fra gli anelli del vecchio impianto e oltre due milioni si siedono davanti alla televisione, pazienza se non è  sempre  la Rai ma anche roba del biscione.

Inutile stupirsi, come dicono i lettori dei cosiddetti giornali sportivi che fino a pagina trenta devono inventarsi qualcosa sul calcio. Dalla disperazione per i polpacci malati di Lukaku o Leão, le ribellioni dei miliardari che vorrebbero scegliersi il nuovo posto di lavoro litigando con le società illuse di avere un contratto che canta. Convegno delle meduse dove si applaude  la recita  di chi finge amore per nuove maglie.

Pasticcio per tavole dove si beve soltanto acqua con avena e si beve vino millesimato, anche se non tutti lo fanno buono questo vinello, nuova fonte di guadagno per chi ha scelto la campagna al posto della città  cementificata e al disperato Spalletti auguriamo di tornare presto e di fare un vino buonissimo, perché lo merita. Buon allenatore, uomo giusto.

Mentre le  campionesse olimpiche della pallavolo fanno le valigie e pensano al mondiale da vincere, sapendo di essere il bersaglio del momento, anche se la protezione Velasco è migliore di qualsiasi crema, noi ci distraiamo con i tormenti dell’atletica, pensando ai guai fisici di Tamberi e Jacobs, non sapendo cosa dire sul futuro del nostro basket in viaggio verso l’Europeo.

Per fortuna la pallavolo ci tiene svegli applaudendo talenti veri che augurano buona fortuna alle olimpioniche di Parigi che decollano verso il mondiale in Thailandia brindando sobriamente al successo di Gaetano Gagliardi e della Under 21 che sui campi indonesiani ha vinto il titolo iridato dopo aver  battuto le giapponesi al quinto set.

Squadra di grande qualità con oltre 10 giocatrici sopra il metro e ottanta, vivaio pregiato che la pallavolo nell’era di Julio ha curato bene come sta facendo il nuoto, l’atletica, come dovrebbe  fare il basket che invece i suoi talenti li disperde altrove se ieri ha dovuto salutare il milanese Garavaglia, vivaio Armani,  argento e bronzo con le  nazionali under, un 2007 ingaggiato dai tedeschi dell’Ulm, uno che lasciandoci ha detto anche la sua: “Me ne vado perché in Italia manca il coraggio di lanciarli, i giovani”. Lo stesso discorso fatto da Suigo, uno di oltre di 2 metri e 20.

Lo scriviamo anche in settimane di buon raccolto per le giovanili e per Capobianco con la femminile. Lo vorremmo poter scrivere fra  qualche giorno  dopo aver visto la Nazionale di Pozzecco al torneo dell’Acropoli con l’inserimento del Gallinari campione in Portorico, il primo vero oro  della carriera per un giocatore di grande qualità che in  Italia, cominciando dall’Armani dove ha esordito lanciato da Djordjevic, certo la scuola slava piacerebbe a Velasco più di quella italiana, non ha avuto successo, così come non ha mai vinto niente con le tante nazionali. Speriamo che tutto funzioni e, come dice il Bonaga, con arguzia sublime, non siano soltanto abbracci consolatori tipo Mara Venier quelli del Pozzecco ardimentoso.

Tutti si augurano che nell’estate del buon raccolto  vada bene anche  la  prima squadra maschile, una Nazionale applaudita tanto  a Trento e Bologna. Proprio nella Bononia Felix che sogna già con la nuova Virtus che piace  al nostro caro amico Michelini si è visto per la prima volta anche il Thompson che ha risposto presente pur se convocato dopo il due di picche messo in tavola da paisà  Di Vincenzo, uno che, come Banchero, era felice di  vestire la maglia dei parenti italiani, ma poi si è messo a zoppicare. Per la verità un po’ tutti i prestiti della NBA nelle varie rappresentative ogni tanto si fermano. Qualcuno per guai seri, altri per dolorini come sperano in Slovenia dopo il colpo al ginocchio che ha mandato in panchina Doncic, come si augurano i serbi sperando che Jovkc non si perda fra i cavalli.

Una tempesta annunciata questa del difficile arruolamento di professionisti ben pagati per le finestre delle Nazionali, per le grandi manifestazioni. In casa Armani , ad esempio, potrebbero spiegare bene perché i tesserati  sloveni per la nuova stagione preferiscono il torrido di Assago ai salutari ritiri con una squadra che con Doncic sogna più della presenza sul campo, Olimpia che registra la sola ribellione di Marko Guduric  al momento  la grande stella della Serbia che vuole il titolo europeo nella festa che stanno organizzando a Limassol, isola di Cipro, prima dei lettoni  dei polacchi e dei finlandesi. Conflitto aperto da tempo, guerra che certo non si fermerà se davvero si metterà in mezzo anche la NBA allargando i territori nelle più grandi città dell’Europa, da Londra a Parigi, passando magari per Roma o Milano, con Belgrado già eccitata.

Verranno i giorni giusti per parlarvi del Pavoniano, del libro che RECALCATI e ANGERETTI, allievi di qualità, anche se con diverso talento e destino, di Arnaldo TAURISANO hanno messo insieme cercando fra gli appunti. insieme alla  moglie GERMANA, la vera presidentessa del Pavoniano di fratel Brambilla, la grande compagna del barba Tau. Titolo in inglese per farci arrabbiare un po’ “Basketball game evolution”, un  viaggio fra le difese di un grande allenatore, di un vero maestro.

Sì, ne abbiamo anche qui in Italia, in tanti sport, dovrebbero ricordarlo magari i nostri campioni che vanno a lavorare all’estero, come ci fa notare in un bell’articolo sul Corsport il Franco Fava che, esplorando la crisi dei velocisti, troppi infortuni, si domanda anche se  JACOBS e il quasi due metri comasco ALI, due che hanno scelto gli Stati Uniti per allenarsi, non potrebbero trovare migliore assistenza magari a Roma. Misteri del momento anche se l’atletica, dopo il nuoto, promette di fare una bella figura ai prossimi mondiali.

 

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