Basket

La finitissima era Thomas

Stefano Olivari 22/04/2008

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L’era di Isiah Thomas ai Knicks più che finita è…finitissima, al di là della transazione finanziaria con l’azienda e un vaghissimo incarico da consulente per il futuro. Secondo il New York Daily News il neo-presidente (succedendo proprio all’ex point guard dei Pistons era Bad Boys, che fino a pochi giorni fa assommava la carica a quella di allenatore) Donnie Walsh avrebbe inserito nell’accordo fra le parti una clausola che impegna Thomas ad astenersi da contatti di qualsiasi tipo con membri della squadra. Un appestato, insomma, per quanto costoso. Il 56-108 delle ultime due stagioni, con un monte ingaggi imbarazzante, si presta a poche discussioni ed in ogni caso non lo rende credibile come interlocutore tecnico del nuovo coach (forse il grande ex Mark Jackson, attualmente seconda voce alla ESPN). Thomas potrà quindi di fatto parlare solo con il proprietario James Dolan (il figlio di quello vero: Charles, il fondatore di Cablevision) ed ovviamente con lo stesso Walsh, ma senza una carica specifica. Una brutta fine, a parte lo stipendio che continua a correre, per una storia iniziata nel 2003 da dirigente e proseguita da allenatore dopo i fallimenti di Don Chaney, Lenny Wilkens e soprattutto Larry Brown, con gli interregni di Herb Williams. Nel futuro cestistico del personaggio NBA meno amato da Michael Jordan (ma anche John Stockton, Larry Bird, Karl Malone…) probabile un’avventura imprenditoriale. Peggio della CBA non potrà andare…

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