Tennis

La fine di Gianni Ocleppo

Stefano Olivari 27/06/2024

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Scorrendo vecchi risultati, perché stiamo fra le mille cose scrivendo una storia statistica (in chiave scommesse, non di storytelling) del tennis open, la nostra tendenza ad essere dispersivi è stata intercettata da Ocleppo-Arias del 27 giugno 1984, esattamente 40 anni fa. Dici Gianni Ocleppo e ti si apre un mondo, anche se gli appassionati di oggi conoscono magari di più il figlio Julian (la madre, l’ex modella Dee, è oggi sposata con Tommy Hilfiger). Perché Ocleppo, classe 1957, vista l’eccellente carriera giovanile era il quasi predestinato a prendere il testimone del tennis maschile italiano dai quattro moschettieri della Davis 1976: ottimo servizio e ottimo diritto, da junior sembrava un giocatore quasi americano. La carriera sarebbe però stata al massimo da trentesimo posto nel ranking, comunque tanto (chi di noi è fra i primi trenta nella propria professione?), corredato da belle sconfitte (dal vivo vedemmo quella con Borg, nella semifinale di Milano del 1981) e tante polemiche, con il suo risultato più ricordato nel 1984, quando trascinò l’Italia capitanata da Panatta, che in campo aveva anche Barazzutti, alla vittoria contro la Gran Bretagna a Telford. In quell’anno Ocleppo sembrava stare finalmente bene e al secondo turno di Wimbledon ebbe una enorme occasione contro Jimmy Arias, numero 5 del mondo e prima vera creatura di Bollettieri, ma del tutto inadatto all’erba. Ocleppo, che già era stato sconfitto da Arias agli US Open dell’anno prima, perse al quinto dopo essere stato sopra di un set e così al mercoledì della prima settimana l’Italia rimase senza rappresentanti. Di fatto la sua carriera finì lì.

stefano@indiscreto.net

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