Attualità

Immigrazia, il mercato in cui c’è solo Povia

Indiscreto 03/08/2017

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Chi sono i cantanti italiani dichiaratamente di destra, nel senso che ammettono senza problemi di esserlo? Stando alla stretta attualità uno solo: Giuseppe Povia. Naturalmente sono moltissimi di più, ma certo gli altri non fanno delle proprie idee politiche il centro delle loro canzoni. Parliamo sempre di personaggi o gruppi conosciuti dal pubblico di Rai Uno o Canale 5, non certo di circuiti alternativi o di band storiche come i 270bis, gli Zetazeroalfa, i Plastic Surgery, gli Hobbit, eccetera. E parliamo di destra dichiarata, non celata dietro riferimenti colti alla Ruggeri o nostalgici come tanti altri. Non abbiamo usato a caso il verbo ‘ammettere’, visto che tuttora quando a tavola qualcuno dice di essere di destra viene guardato come se fosse ignorante, superficiale, di sicuro cattivo.

Tutto questo è un pretesto per parlare di Immigrazia, la canzone di Povia che abbiamo scoperto qualche giorno fa su You Tube e che occupa uno spazio di mercato tuttora inesplorato: quello del cosiddetto populismo, ben diverso dal qualunquismo da oratorio stile Celentano, dal superomismo di parte di Battisti e dagli estremismi della destra fascista e post-fascista. Il vincitore reale di Sanremo 2006 con Vorrei avere il becco e quello morale del 2009 con Luca era gay (mai capito perché fosse uno scandalo il percorso ‘di ritorno’, così come non ci scandalizza quello di andata), è chiaramente di una destra anarchica che può votare Lega come Cinquestelle o più verosimilmente non vota, ma non crede sostanzialmente a niente se non alla realtà che sta portando alla scomparsa degli italiani, prima ancora che dell’Italia. Frasi come ‘Immigrazia è una follia – voluta da chi vuole che tu vada via – il potere veterano – con la scusa del razzismo – vuol far fuori l’italiano’ difficilmente passano e passeranno in radio mainstream, più naturalmente portate a rappettini tutti uguali, a pop iperprodotto e alle focaccine dell’Esselunga, anche perché sono all’interno di una canzone che non è esattamente My way (il testo è però forte, in certi punti geniale), ma sono comunque un segnale.

I milioni di italiani con varie idee politiche ma desiderosi di rimanere italiani non hanno ancora trovato un movimento in cui credere, a meno di prendere sul serio chi l’Italia la voleva spaccare e chi la vuole governare con un algoritmo, ma non hanno nemmeno una musica e in generale una cultura a cui fare riferimento. Certo i loro voti contano, ma vanno a chi poi ne farà un utilizzo consociativo, furbetto e politicamente corretto perché poi alla fine la rappresentazione della realtà coincide con la realtà. Chissà che qualcuno più forte di Povia non cavalchi l’onda, anche se la paura delle critiche è ancora troppo forte.

https://www.youtube.com/watch?v=AHY1UCWfDMQ

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