Calcio

Il tollerante Troussier

Stefano Olivari 28/04/2008

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A Philippe Troussier è legato uno dei più clamorosi casi di discriminazione, perlomeno nella storia del Mondiale. Prima dell’edizione 2002 Yoshikatsu Kawaguchi, portiere della nazionale giapponese allora allenata da Troussier, fu escluso dall’undici titolare e appena avutane comunicazione pensò che dipendesse dalla sua prova in un’amichevole persa con la Norvegia 3 a 0. Un pomeriggio, alla fine di un allenamento, davanti a tutti i compagni Troussier insultò Kawaguchi perché aveva effettuato una parata troppo plastica, definendolo simpaticamente ‘scimmia’. Il giorno dopo, sempre davanti al resto del gruppo, chiese a al portiere se fosse omosessuale. Kawaguchi rimase di sasso, come i suoi compagni: ebbe la conferma che Troussier lo aveva fatto fuori per questo sospetto, una delle tante storie che circolano intorno alle squadre, con Troussier non giocò più e nel Mondiale casalingo in porta andò Narazaki. Come al solito non è importante la sostanza (Kawaguchi si è sempre dichiarato etero, quando giocava nel Portsmouth avrà risposto cento volte a questa domanda), ma la percezione. Per Troussier il solo sospetto che un portiere potesse essere omosessuale era sufficiente: poco importa che Kawaguchi fosse, e tuttora sia, il miglior portiere asiatico oltre che un pararigori straordinario (con Zico in panchina fantastico nella Coppa d’Asia 2004, un penalty neutralizzato anche a Germania 2006 contro la Croazia). Nel caso del bravo, soprattutto in Africa, allenatore parigino ai pregiudizi standard degli uomini di calcio si era aggiunto, proprio in quei mesi premondiali, un tocco in più: una conversione all’Islam (infatti il nome attuale di Troussier è Omar, non più Philippe) che di sicuro non aveva aumentato il suo grado di tolleranza nei confronti di gay veri o presunti. Per fortuna di Kawaguchi dopo la triste (per il modo: novanta minuti di nulla) uscita di scena negli ottavi contro la Turchia, in una partita arbitrata da Collina, Troussier salutò tutti per riapparire qualche mese dopo in Qatar. Dove i portieri saranno stati tutti uomini veri. Intanto Kawaguchi ha mollato il Portsmouth dove era chiuso da Beasant (proprio quello del Wimbledon vincitore della FA Cup 1988, grazie anche al rigore da lui parato a Aldridge) e poi da Hislop: dopo un veloce transito in Norvegia giganteggia nel Jubilo Iwata, fra un Mondiale (è a quota tre partecipazioni) e un record (ancora poche partite e sarà primatista giapponese di caps). La morale? E’ sempre quella.

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