Calcio

Il solito scudetto di Ibra

Libeccio 16/11/2010

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di Libeccio
Un campionato segnato, la tattica di Benitez, la raccomandazione di Mourinho e il record degli infortunati.


1. Proprio in questa rubrica avevamo pronosticato, senza molta fantasia (dopo l’acquisto di Ibrahimovic, ovviamente), il Milan campione d’Italia ma non ci aspettevamo comunque una simile distanza (al di là dei punti di differenza, pochi) di prospettive rispetto alle concorrenti. Nel Milan ancora molto c’è da lavorare sotto il profilo del gioco e del piano mentale, ma il primato a volte fa emergere energie insospettabili utili a coprire qualche magagna. Poi se la concorrente più temuta è nelle condizioni dell’Inter attuale, rimane da dire ben poco.

2. La squadra di Benitez arranca su ogni palla, ha perduto la compattezza e lo spirito di sacrificio, paga stanchezze che hanno origini lontane e proprio non riesce a entrare in sintonia col nuovo tecnico. Nel derby, sotto di un gol dopo pochi minuti, non è riuscita a confezionare una occasione da gol chiara e limpida che fosse una e,  rimasti pochi minuti da giocare, abbiamo contato anche 20 passaggi di fila prima di provare a dare uno sbocco conclusivo all’azione. Si è già parlato di condizioni atletiche e motivazioni, ma c’è anche la tattica. Anche nelle partite in cui ha usato lo stesso modulo del Triplete Benitez ha snaturato il gioco astuto e fisico dell’Inter di Mourinho che in tre passaggi saltava le linee avversarie e arrivava a ridosso del portiere facendo quasi sempre molto male oltre che ad essere maestra nella capacità di adeguarsi a qualsiasi avversario. La squadra ora vivacchia soltanto sulle iniziative del suo miglior giocatore attuale (Eto’o). E’ comunque incredibile che si parli già di Leonardo, Spalletti, Hiddink, eccetera. Magari Benitez avrà un futuro, di sicuro Moratti è tornato al passato.

3 – Da ragazzo ebbe meritata fama quando a soli 16 anni prese carta e penna e scrisse una lettera ad Alex Ferguson mettendo in luce gli errori tattici che lo stesso aveva commesso in una importante partita di Champions. Pare che Ferguson gli rispose ringraziandolo e anzi condividendo alcune delle critiche mosse. Sembra la storia di un predestinato, se non è vera è bene inventata. Infatti si parla un gran bene dell’ex assistente tattico di Mourinho Andrè Villas Boas che attualmente allena il Porto primo in classifica, con dieci punti di vantaggio sulla seconda. A soli 33 anni Villas Boas  ha già dimostrato di poter camminare da solo. Anzi, per la verità sta già correndo: viaggia con 10 punti di vantaggio dopo 10 giornate, segnando 25 gol e subendone solo 4. In Europa League ha collezionato 3 vittorie e 1 pareggio contro il Besiktas che valgono il primo posto nel girone. Per uno che non ha mai fatto il calciatore ed è alla sua prima esperienza nel calcio di vertice non è male. Ci dicono che Mourinho lo abbia raccomandato a Moratti per l’Inter. E’ anche meglio di me, gli avrebbe detto, e costa pochissimo. Anche questa se non è vera è bene inventata, però nel mondo Inter circola ed ha comunque il valore di tante altre voci da bar che invece migrano nei titoli dei quotidiani. Come può Mourinho considerare qualcuno migliore di lui?

4 – Gli infortunati della Serie A italiana nel corrente campionato sono circa 95 contro i 44 di quello inglese e i 22 della Liga. Forse abbiamo un problema, visto che non tutti i 95 giocatori sono allenati da Benitez. Troppo allenamento o troppo poco? Troppo doping o troppo poco? Troppe partite o troppo poche? Non abbiamo ancora trovato due medici, non diciamo due giornalisti o due tifosi, che la pensino allo stesso modo sull’argomento.

Libeccio
(in esclusiva per Indiscreto)

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