Calcio

Il solito Mondialino per club

Indiscreto 11/12/2015

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Cosa c’è che non funziona nel Mondiale per club, nonostante un albo d’oro di lusso? San Paolo, Internacional, Milan, Manchester United, Barcellona, Inter, Corinthians, Bayern, Real Madrid… La manifestazione FIFA è appena iniziata, in Giappone per la settima volta nella sua storia, ma anche quest’anno interesserà soltanto ai tifosi delle squadre coinvolte e nemmeno a tutti. Il primo problema è evidentemente la formula. Sette partecipanti, un numero che già di suo rende impossibile qualsiasi buona soluzione, un solo ottavo di finale (il Sanfrecce Hiroshima ha battuto due a zero l’Auckland City), due soli quarti (saranno Sanfrecce-Mazembe e Guangzhou-Club America) e poi finalmente le semifinali che vedranno l’entrata in scena di Barcellona e River Plate. La sensazione di un torneo zoppo non è quindi soltanto una sensazione. Il secondo problema è quello del calendario, problema che già esisteva nella vecchia Coppa Intercontinentale (che almeno però si disputava in partita unica, dal 1980): giocare a dicembre significa interrompere la stagione europea, ma il punto è che a giocarsi il trofeo nominalmente più importante sono squadre in sostanza dell’anno precedente. Il Barcellona ha vinto la Champions il 6 giugno, il River Plate la Libertadores il 5 agosto, l’America il torneo CONCACAF il 29 aprile, l’Auckland City l’OFC Champions League il 26 aprile, soltanto le rappresentanti africane e asiatiche hanno ottenuto la qualificazione poche settimane fa. Non c’è insomma il pathos che dovrebbe avere un ‘playoff del mondo’, che quindi ha sempre (dal 2005, da quando il torneo è stato riproposto dopo l’esperimento brasiliano del 2000) il sapore di una serie di amichevoli e nemmeno di lusso nonostante le potenze economiche che stanno dietro a quasi tutti i club presenti. Continua sul Guerin Sportivo.

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