Calcio

Il Pescara di Berlinghieri

Gianluca Casiraghi 29/12/2023

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Quella volta che battei l’Inter… Potrebbe cominciare così un romanzo su Primo Berlinghieri, uno dei calciatori più amati di sempre dai tifosi del Pescara, fra quelli che hanno vestito la casacca biancazzurra. Un affetto che spiega molto della natura del tifo calcistico, non legato ad un presunto calcio-spettacolo e nemmeno a grandi imprese, ma all’identificazione con una squadra, spesso con una squadra in una determinata epoca. Noi personalmente lo abbiamo apprezzato anche come allenatore, nelle amate minors lombarde, ed è per questo che ne parliamo dopo averlo incrociato nei giorni scorsi.

Il milanese classe 1963 Berlinghieri è un prodotto del settore giovanile del Milan ma non riuscirà mai a esordire in A con i rossoneri: non è certo il più promettente di quella ottima Primavera e la società all’epoca di Giussy Farina lo manda in prestito a Lecco e Solbiatese. Né Castagner né Liedholm si battono per farlo rimanere e del resto già nel settore giovanile si è fatto la fama di uno con il carattere difficile: a credere in lui è soltanto Italo Galbiati.

Messa una croce sulla Serie A, si cerca una sistemazione in B ed ecco il Pescara di Catuzzi, dove i giocatori di riferimento sono Rebonato, Bosco, Acerbis e soprattutto Gian Piero Gasperini, capitano e leader. All’inizio, resistendo a fatica ai duri allenamenti di Catuzzi, Berlinghieri non trova spazio a centrocampo, in una squadra che peraltro gioca male e retrocede, venendo salvata soltanto dalla retrocessione a tavolino del Palermo. L’anno dopo è però fra i protagonisti della storica promozione in Serie A con Galeone allenatore, insieme ai migliori della stagione prima, su tutti un Rebonato in stato di grazia, unita all’esplosione di Pagano.

Il campionato 1987-88 è il secondo che il Pescara gioca in Serie A ma rimarrà l’unico in cui riesca a salvarsi dall’immediata retrocessione. Merito anche dell’entusiasmo dato dalla vittoria a San Siro sull’Inter, alla prima giornata, gol di Galvani e Sliskovic su rigore, con Leo Junior a spiegare calcio. Al secondo anno nella massima categoria le retrocessione arriva, in quella che forse è la migliore stagione di Berlinghieri, vice-cannoniere della squadra alle spalle del brasiliano Tita, nonostante non sia certo una punta. Poi Messina, tre campionati in C1 al Como ed un ritiro forse prematuro, a soli 30 anni, oggi inconcepibile in assenza di gravi infortuni ma all’epoca non così raro.

Dopo un lungo periodo lontano dal calcio nel 2010 inizia ad allenare: Senna Lodigiana in Prima categoria, Bojano, Paderno Dugnano. Nel 2019 è in Promozione sulla panchina dell’Atletico Cvs. Nel 2021-2022 scende ancora in Prima e sfiora i playoff con il Carugate. L’anno scorso è risalito in Promozione al Bm Sporting di Basiano e Masate in provincia di Milano, in questa stagione è fermo. La nostra domanda è scontata: a Pescara sei ancora uno dei giocatoti più amati, come lo spieghi a distanza di 35 anni? “Perché ho fatto parte di una squadra vincente, che è salita dalla B alla A e si è salvata e poi perché i tifosi hanno potuto conoscere il Berlinghieri uomo ed evidente gli è piaciuto». Sogno nel cassetto? “Avere un ruolo nel Pescara. Ma i tempi sono cambiati e ognuno si porta i propri uomini di fiducia. Però mai dire mai, il sogno rimane lì nel cassetto“.

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