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Il perdente Carlos Reutemann

Stefano Olivari 08/07/2021

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Tutte le persone che si sono appassionate alla Formula 1 negli anni Settanta sono cresciute leggendo articoli sul perdente Carlos Reutemann. Magari non sempre il pilota argentino, morto ieri, veniva omaggiato di questo aggettivo ma il concetto era questo e tanti giornalisti-groupie di Enzo Ferrari, uomo durissimo per non dire di peggio, si esibivano in variazioni sul tema per non dover criticare la macchina sacra agli italiani. Ah, com’era più coraggioso Ragazzoni. Ah, la messa a punto di Lauda. Ah, che stile Villeneuve. E nel periodo Williams: ah, Piquet sì che è un vero campione. ‘Lole’ era quasi sempre il perdente nei vari confronti mediatici.

E pazienza se in 146 Gran Premi disputati Reutemann è alla fine andato sul podio 45 volte, di cui 12 sul gradino più alto, con una macchina all’altezza soltanto nelle due stagioni complete in Ferrari e in quelle alla Williams. Fra l’altro lo stesso Ferrari lo apprezzava molto e già anni prima di averlo in Formula 1 lo aveva voluto nei prototipi. La colpa di Reutemann è sempre stata quella di capitare con un anno di anticipo o di ritardo nella scuderia con la macchina più forte: non è il solo nella storia della Formula 1, ma il suo tris (Ferrari-Lotus-Williams) di macchine ‘quasi’ vincenti ne ha fatto un caso a parte.

Chiaramente per un italiano Reutemann rimane il pilota che nel 1976 Ferrari scelse per sostituire Lauda dopo il dramma del Nurburgring, con Lauda in convalescenza e comunque considerato da quasi tutti un ex pilota. L’argentino strappato alla Brabham avrebbe dovuto esordire a Monza, ma Lauda trascinato da una forza interiore sovrumana decise a un mese e mezzo dall’incidente di tornare in pista proprio nel gran premio più importante per un ferrarista, per continuare la sua lotta con Hunt per il Mondiale. A questo punto Ferrari non poteva tenere fermo Reutemann pochi giorni dopo averlo messo sotto contratto, così in pista andarono tre Ferrari. Cosa che i regolamenti dell’epoca permettevano: 1 Lauda, 2 Regazzoni, 35 Reutemann.

A Monza, alle 15.30 di domenica 12 settembre, un eroico Lauda partì in terza fila, quinto, dietro a Laffite, Scheckter, Pace e Depailler, con Reutemann settimo e Hunt addirittura nono. Ronnie Peterson con la sua March andò in testa all’undicesimo giro e tenne duro fino alla fine, nonostante una grande rimonta di Regazzoni, con Laffite terzo, Lauda quarto e Reutemann nono. Hunt ritirato. Poi Reutemann fu tenuto fermo e a fine stagione Regazzoni fu messo alla porta, anche perché Ferrari non tollerava le sue insinuazioni su favoritismi nei confronti di Lauda.

Nel 1977 i piloti sarebbero stati Lauda e Reutemann, con il primo sempre sospettoso nei confronti del secondo. A fine 1977 Lauda diventò per la seconda volta campione del mondo e salutò tutti, andando alla Brabham. Così nel 1978 prima guida diventò Reutemann, con il giovane Villeneuve seconda. Il futuro governatore della provincia di Santa Fé iniziò bene, andando in testa alla classifica dopo quattro gran premi, prima che Mario Andretti e l’effetto suolo della Lotus facessero il vuoto.

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