Calcio

Il pacchetto Lippi

Stefano Olivari 22/01/2010

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L’esclusione di Antonio Cassano dalla trasferta sampdoriana di Udine ”per motivi tecnici” (parole di Del Neri, o Delneri che dir si voglia) non avrà procurato grande dispiacere a Marcello Lippi, che ha il pieno diritto di non convocare un giocatore in Nazionale anche solo perché gli è antipatico o ha il procuratore sbagliato.
Il problema è semmai di Abete, che tiene in azzurro un personaggio del genere, o di chi viene spinto a tifare contro il proprio paese: non da motivi calcistici, perchè il ventottenne Cassano al di là dei temini sulla ‘fantasia’ è più vicino alla categoria dei Morfeo che a quella dei Baggio, ma da motivi etici. Il problema è anche della Juventus, costretta a tenersi in panchina un traghettatore (peraltro con poche colpe), ex calciatore e commentatore improvvisatosi allenatore, in attesa di un grande allenatore che si improvviserà dirigente. Le visite del c.t. a Vinovo, per riprendere confidenza con l’ambiente ed incoraggiare il patriota Amauri, e a Milanello, per ricevere un educato ma non definitivo no di Nesta (prossima tappa il ‘ni’ di Totti), hanno avuto momenti esilaranti. Ma sempre meno della motivazione ufficiale per cui non si è presentato ad Appiano: ”Non ci sono giocatori italiani”. Solo il co-capocannoniere azzurro a Germania 2006, Materazzi (non più presentabile, ma comunque coetaneo di Cannavaro), un giovane che Lippi esaltava fino a sei mesi fa (Santon) prima che si perdesse fra cronache rosa e creste alla Beckham (ma prima di diventare Beckham) e il più forte italiano della sua generazione (Balotelli). L’aspetto interessante della vicenda è che simpatizzanti ed antipatizzanti del c.t. propongono sempre il pacchetto completo: allenatore scarso-persona spregevole in alternativa a grande allenatore-grande uomo. Secondo noi ci sono altre combinazioni, partendo da ottimo allenatore di squadre costruite da altri.

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