Calcio

Il dirigente di Kombuaré

Dominique Antognoni 15/06/2011

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di Dominique Antognoni
Ieri sera guardavamo esterrefatti i commenti e i salotti televisivi che sbrodolavano sulle mille ragioni calcistiche che avrebbe Leonardo per andare al PSG. Un club che ha fatto parlare di sé una ventina di anni fa per via di Weah e Ginola, con Artur Jorge in panchina. Poi il nulla totale. Diciamo che l’Inter è leggermente più importante nel panorama mondiale, ma solo leggermente.
Ebbene, a sentire i commenti Leonardo non avrebbe potuto dire di no ad un’occasione del genere: avere carta bianca al PSG!!!!! E lo dicevano con enfasi, manco parlassero del Real Madrid. Il PSG!!! La Francia!!! Ma cosa potrà mai fare uno nel campionato francese, da dove scappa appena può qualsiasi giocatore con un’offerta? Diceva ieri, l’avvenente Anne Laure Bonnet: “Lo hanno scelto perché è molto elegante”. Ci pare un ottimo motivo, a Parigi l’estetica conta. Tanto valeva fare un casting come per le sfilate di Dolce & Gabbana, allora. Poi: “Leonardo parla cinque lingue”. Perché, a Parigi servono tutte e cinque? Altra considerazione: “Leo sarebbe una garanzia”. Di cosa, scusate? “E’ una grande sfida, quella che viene offerta a Leo”. Tipo quale? Vincere il campionato francese? Lo ha fatto perfino il Lilla. E giù con altre del genere. Senza tediarvi: pareva che fra vincere lo scudetto e provare nella Champions con l’Inter e fare il dg al PSG non ci fosse gara, si doveva andare di corsa nella capitale francese. “Parigi è Parigi”, l’ennesimo commento autorevole. Allora che scegliesse i Los Angeles Galaxy, a LA si sta ancora meglio. Pensavamo di sognare. Fra lavorare con Kombouaré e Nené oppure con Eto’o e Cambiasso davvero non c’è gara e si deve scegliere a occhi chiusi la prima opzione? Davvero non ci sono motivi per restare sulla panchina nerazzurra? Davvero la massima aspirazione di un uomo che ha fatto il dirigente della squadra più titolata del mondo (più o meno) e all’allenatore dei campioni d’Europa è diventare il dg del PSG? Si parlava del fascino parigino, come se Leo ora vivesse in Niger oppure ad Abidjan e uno non vedesse l’ora di scappare a gambe levate. Milano pare abbastanza vivibile, anche se le opinioni sono soggettive: di sicuro lo è per chi ha lo stipendio di Leo. Non riuscivamo poi a capacitarci dei commenti tecnici, sparsi anche nell’etere locale: “Da Leo si aspetta anche di portare tanti calciatori importanti”. Domanda nello studio: “Magari anche Eto’o?”. Certo, uno che ha vinto con il Barca e l’Inter sogna giocare contro Arles e Dijon. Chi potrà mai convincere Leonardo? Cristiano Ronaldo no di certo. Probabilmente tornerà Sessegnon…magari si farà un’offerta per i resti di Kakà. Conclusione, se accetta (e allo stato attuale è orientato a farlo) fa una follia. Se poi qualcuno sostiene che sia giusto accettare, la follia è doppia. Certo poi il brasiliano deciderà come meglio crede, ma pensando alla sua attuale situazione sentimentale (diventerà padre, con una donna milanese) e professionale (allena l’Inter e non il Catania) ci sentiamo di dire che lasciare l’Inter sarebbe una stupidaggine. Chiusura in bellezza, su non sappiamo più quale trasmissione da tante che ne abbiamo viste: al posto di Leo una soluzione oltre a Bielsa sarebbe Claudio Ranieri…Di sicuro l’unica spiegazione possibile della scelta di Leonardo è la seguente: quasi gli stessi soldi che gli dà Moratti, vita tranquilla, meno responsabilità. E’ una scelta che ci può stare, ma non parliamo di calcio.

dominiqueantognoni@yahoo.it
(in esclusiva per Indiscreto)

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