Calcio

Il calendario degli Agnelli

Stefano Olivari 26/05/2011

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di Giovanni Capuano
Una premessa: arrivati a questo punto è augurabile che la Figc si decida una volta per tutte a chiudere il faldone riguardante Calciopoli dicendo se le aspirazioni revisioniste della Juventus sono legittime oppure se è il caso di metterci una pietra sopra.
O, quanto meno, indichi una data entro la quale attendersi il pronunciamento (dopo la sentenza di Napoli? Dopo l’appello? La Cassazione?). Sarebbe il modo migliore per tranquillizzare l’Inquieto Agnelli e restituirlo al compito che lo attende: rifondare la Juventus. Il tweet postato dall’erede dell’Avvocato poche ore prima di Juve-Napoli che ha ufficializzato il fallimento totale della stagione bianconera (“Se dopo un anno dalla presentazione del nostro esposto nessuno si muove evidentemente è perché qualcuno ha la coscienza sporca” il pensiero presidenziale) è, infatti, solo l’ultimo tassello di una strategia mediatica che, più ancora di Moratti, dovrebbe preoccupare i tifosi juventini. Basta mettere in fila le date per decodificare il calendario degli Agnelli. 10 maggio 2010: la Juventus presenta l’esposto in Figc chiedendo che lo scudetto 2006 sia tolto all’Inter. Il giorno prima la squadra di Zaccheroni era stata battuta in casa dal Parma (2-3) e condannata al girone infernale del preliminare di Europa League. 28 ottobre 2010: Agnelli attacca annunciando che la nuova dirigenza è pronta “a chiedere la riassegnazione degli scudetti tolti” qualora nel processo di Napoli fosse dimostrata la correttezza del comportamento della Juventus. Quattro giorni prima la squadra di Del Neri era stata fermata su uno scialbo 0-0 dal Bologna ed era precipitata a -7 dalla Lazio capolista, prima crepa nel progetto-scudetto. 16 dicembre 2010: la sparata davanti all’assemblea degli azionisti (“Calciopoli fu un procedimento ridicolo”) arriva a poche ore di distanza dall’eliminazione nel girone di Europa League. Sei partite, sei pareggi. Fuori la Juve, avanti il Lech Poznan e fuoco alle polveri. 29 gennaio 2011: duello al calor bianco con Moratti. “Le sue parole mi annoiano” dice Agnelli jr infuocando il clima a due settimane esatte dalla sfida dell’Olimpico. Com’era andata nel gennaio bianconero? 4 punti in 4 partite, scudetto addio e il 27 gennaio k.o. casalingo (ed eliminazione) con la Roma in Coppa Italia. Poi silenzio fino al 10 maggio 2011 e comunicato sul sito per ricordare il primo compleanno dell’esposto. Il giorno prima Del Piero e compagni si erano fatti rimontare in casa dal Chievo (da 2-0 a 2-2) dicendo addio al sogno di qualificarsi in Champions League passando almeno dai preliminari. Ora il tweet nel giorno del fallimento su tutta la linea. Palazzi si sbrighi o c’è il rischio che alla Juve perdano di vista il vero obiettivo che rimane restituire al calcio italiano una squadra e una società all’altezza.


Giovanni Capuano
(per gentile concessione dell’autore, fonte: Calcinfaccia)
PS: Tra una carta e l’altra Palazzi dovrebbe anche chiarire se accusare la Figc di non agire perché “qualcuno ha la coscienza sporca” rappresenti una lesione del famoso art. 1 del Regolamento. A meno che i deferimenti non valgano solo per i soliti Lotito e Zamparini.

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