Attualità

Il bisogno del nemico Salvini

Indiscreto 10/02/2021

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Matteo Salvini europeista e sostenitore di Mario Draghi ha spiazzato simpatizzanti e soprattutto antipatizzanti del leader della Lega. Perché ciò che sta avvenendo in questi giorni nella politica italiana mette in luce ancora una volta quelle contraddizioni che chi studia e analizza le dinamiche sociali conosce bene: il bisogno di avere un nemico per poter esistere. È lo stesso meccanismo per cui se tutti i tifosi interisti diventassero milanisti (o viceversa) mancherebbe quel gusto di schierarsi anche al di là della palese evidenza rispetto a un rigore non dato o un’espulsione evitate, anche nell’epoca del VAR.

Ed è questo che sta accadendo, a dire il vero più fra i media che tra i politici in gioco, forse (molto forse) consapevoli di un momento in cui non possono tanto scherzare con il fuoco. Ecco allora che la mossa del cavallo di Salvini (o meglio dire della Lega “del” Nord) a favore di un governo Draghi ha sparigliato le carte mettendo in crisi tutto quell’ecosistema che vive sulle idee di Cinquestelle e PD, ma soprattutto chi per la sua sopravvivenza deve sempre essere contro e mai pro qualcosa. È l’esercito degli stizziti dal cambio di toni e temi di Salvini che, aiutato da Giorgetti e Zaia, sa probabilmente di aver messo in grande difficoltà i suo avversari.

Detto che è difficile sapere cosa accadrà da qui a qualche giorno, tra alcuni dei cosiddetti osservatori sembra dominare l’irritazione verso uno scenario inaspettato, ma evidentemente non gradito proprio perché se anche il nemico numero uno Salvini si allinea al proprio pensiero (ma questo varrebbe anche a parti rovesciate) mancherebbe il motivo del proprio esistere e sussistere. Insomma, al di là del tutto è possibile nell’Italia creativa, resta il fatto che le contrapposizioni sono motivo di successo e popolarità per cui attenzione a non dare niente per scontato.

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