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Gli stupidi del sabato sera

Indiscreto 09/03/2020

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La gente a casa impaurita, i carcerati in strada in tante città, i tribunali chiusi, un virus preoccupante almeno quanto le carenze della sanità (comunque fra le migliori al mondo), l’economia a picco, una società poco coesa: inutile citare la solita Repubblica di Weimar quando abbiamo l’Italia del 2020, Un paese in cui tanti di noi, post-ideologizzati, sono psicologicamente pronti ad accettare l’uomo forte o anche soltanto uno stato autoritario guidato da uomini deboli come i Conte, i Bonafede, gli Spadafora.

Ma al di là dei massimi, anzi minimi, sistemi vorremmo tornare a quanto accaduto sabato sera alla Stazione Centrale di Milano, visto che c’erano molte persone di nostra conoscenza e purtroppo anche alcuni giornalisti di primarie testate, in fuga dalla grigia Milano per andare a fare smart working al paesello e magari infettare il salumiere e il postino. In sintesi: la varie manine avevano già da ore diffuso la bozze del decreto governativo, quello sulla chiusura della Lombardia e di 14 provincie al di fuori della Lombardia, e il primo pensiero di questa fiumana di persone è stato quello di mettere in salvo se stesse.

Una fuga verso Sud ridicola, vile, ma soprattutto dannosa per sé e per il Sud visto che l’insufficienza dei posti nei reparti di terapia intensiva renderebbe in certe regioni tragici anche piccoli numeri di contagio. E del resto molti parenti (serpenti?) di questi idioti li hanno male accolti, timorosi di essere contagiati. Uno di quei casi in cui sparare sulla folla potrebbe essere un’opzione.

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