Attualità

I ragazzi italiani hanno troppi compiti a casa?

Stefano Olivari 11/12/2018

article-post

Quando Marco Bussetti ha parlato dell’importanza del riposo per gli studenti e auspicato una riduzione dei compiti a casa durante le prossime vacanze di Natale avremmo voluto correre al più vicino punto Sisal Matchpoint e farci quotare l’articolo di Gramellini il giorno dopo, cioè oggi. Purtroppo non abbiamo avuto tempo di farlo, l’articolo di Gramellini è arrivato e pazienza se non abbiamo capito quale sia la sua posizione. La nostra è che gli studenti italiani nella media facciano più compiti a casa rispetto ai coetanei di paesi con cui siamo in grado di fare dei confronti: valeva in passato e vale ancora di più oggi, con l’orario esteso e alcuni cicli di studi, come le elementari, in cui il tempo pieno è diffusissimo. Insomma, un po’ più di tempo libero non farebbe male.

Ringraziando il ministro della Pubblica Istruzione per il ‘Di qua o di là’, ricordiamo come è la giornata di un bambino delle elementari di oggi e non dei nostri tempi, quando soltanto volontariamente si stava a scuola dall’alba (il cosiddetto ‘pre-scuola’, un’ora impiegata sostanzialmente a tirarsi palline di carta) al tramonto (dopo la scuola propriamente detta, che terminava alle 12.30, la refezione, il doposcuola e i cosiddetti ‘Giochi serali’). Il bambino del 2018 DEVE rimanere a scuola dalle 8.30 (con facoltà di arrivare prima, nella versione moderna del pre-scuola) fino alle 16.30, e raramente esce dall’edificio scolastico senza più impegni: minimo un’ora al giorno di cose da fare, senza contare il fine settimana (ma oggi non si va di sabato). Va da sé che basta una modesta attività sportiva o culturale infilata verso le 17 per allungare le giornate in maniera assurda, assurda per quell’età. Di tempo libero propriamente detto, tempo cioè in cui inventarsi un’attività o anche nessuna attività, ovviamente non ne rimane. Una partita alla Playstation, una cena svogliata, e poi a letto. Insomma, una vita da impiegati però a 7 anni, fondamentalmente soltanto per far lavorare due maestre invece di una, sorta di reddito di cittadinanza non dichiarato.

La domanda fatta ai numerosi genitori di Indiscreto, visto che l’Uomo Indiscreto ha molti figli (da più donne e sempre più giovani di decenni, chiaramente), è quindi scontata: i bambini-ragazzi italiani si portano a casa troppi impegni scolastici? Vale anche per le medie inferiori e superiori, visto che la minor presenza nell’edificio scolastico si accompagna spesso a superlavoro a casa. Non ci stupisce che il tema sia stato lanciato da un ex insegnante di educazione fisica alle medie, cioè un docente stupidamente considerato di serie B dai suoi stessi colleghi, uno che si rende conto di come stiano cambiando i ragazzi a livello fisico e psicologico, più che nozionistico. Andiamo: troppi compiti a casa?

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Ci vediamo su Substack

    Ci siamo. Come più volte, davvero troppe, annunciato Indiscreto in questa versione finisce qui. Rimarrà online fino al 31 dicembre, prima di scomparire e di reincarnarsi nella sua versione Substack che in molti già conoscono. Il link è indiscreto.substack.com e presto punteremo lì anche uno dei nostri domini (indiscreto.net o indiscreto.info) in modo che sia […]

  • preview

    L’invenzione del nemico

    Mentre scriviamo queste righe, Daniele Capezzone (inutile dirvi chi sia o copincollare la solita Wikipedia) siede già alla scrivania di direttore del quotidiano romano Il Tempo al posto di Tommaso Cerno (passato nel frattempo a Il Giornale). All’incirca una settimana fa, quando ci siamo sentiti e confrontati sul suo nuovo libro dallo sferzante titolo Trumpisti […]

  • preview

    Gli al posto di Le

    Il 70% degli italiani scrive e parla male l’italiano, secondo una ricerca di Libreriamo che abbiamo scoperto sul sito di Prima Comunicazione: come al solito invitiamo a leggere l’articolo originale e andiamo direttamente al punto, noi popolo del Qual è (lo scriviamo correttamente, ma dobbiamo sempre pensarci una frazione di secondo: comunque si scrive senza […]