Calcio

I gol in trasferta non valgono doppio

Stefano Olivari 25/06/2021

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Dalla stagione 2021-22, quindi da subito dopo l’Europeo, nelle competizioni UEFA i gol in trasferta nei doppi confronti a eliminazione diretta non varranno più doppio, a parità di gol totali. Lo ha deciso la UEFA, con tanti anni di ritardo su una realtà di prime partite bloccate e spesso inguardabili e su arbitraggi di livello medio molto superiore a quelli dell’era pre Champions League. Come in tanti altri casi, il Covid ha soltanto accelerato una tendenza e chiuso un’era, piena anche di episodi storici per il calcio italiano, dal derby milanese di Champions League 2002-2003, vinto dal Milan (0-0 e 1-1), alla finale di Coppa UEFA 1991-92 vinta dall’Ajax sul Torino (2-2 e 0-0). Quelli della parata di Abbiati su Kallon e della sedia brandita da Mondonico, per citarne le scene iconiche.

Perché? Perché secondo le statistiche fornite dalla stessa UEFA, a metà anni Settanta il numero medio di gol a partita delle squadre in casa nelle coppe europee era di 2,02 e adesso è 1,58, mentre per la squadre in trasferta questo valore è passato da 0,95 a 1,15. E restringendo il discorso alla competizione maggiore i valori sono ancora più vicini. Insomma, inutile dare agli allenatori un ulteriore alibi per fare ostruzionismo nella partita di andata, che contro il senso comune dei nostri tempi adesso la maggioranza degli addetti ai lavori preferiva giocare in casa.

Come dimostrano i numeri, tutte le regole e le loro interpretazioni introdotte dal 1992 ad oggi (il calcio secondo noi si divide in prima e dopo il portiere che raccoglie di mano il passaggio del compagno pressato) non hanno portato certo ad un aumento del numero di gol, nemmeno con il doping dei rigorelli da VAR che oltretutto inducono i difensori ad essere ancora più morbidi nelle altre azioni. Non è automatico che questa ultima innovazione dell’UEFA aumenti i gol, ma almeno va nella direzione della chiarezza e del minore tatticismo.

Ovviamente la ‘away goal rule’, che ebbe la sua prima applicazione nella stagione 1967-68, smetterà di essere effettiva anche negli eventuali tempi supplementari della partita di ritorno, quindi in caso di pareggio nei 30′ supplementari si andrà sempre ai calci di rigore. Personalmente riteniamo un anacronismo anche le partite di andata e ritorno, anche se ne capiamo la logica finanziaria: la drammaticità della partita unica, da giocarsi sul campo della squadra meglio piazzata nella stagione regolare in modo da dare un senso sportivo ed economico alla stagione regolare (sarebbe una partita da minimo 20 milioni di euro, fra incassi, diritti e indotto), sarebbe insuperabile. Prima o poi ci arriveremo, come con la Superlega.

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