Calcio

I due Maroni

Stefano Olivari 27/08/2009

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Dal c.t. ai tifosi del Pergocrema (davvero, abbiamo appena letto un comunicato della sua curva Sud), dagli alla tessera del tifoso già stra-approvata dalla Figc e dai tutti i club trainanti, forse più per amore della schedatura-marketing che dell’ordine pubblico. Favorevolissime Sky e Mediaset, anche se in prospettiva magari dovranno pagare qualche migliaio di figuranti (si viaggia sui 60 euro a trasmissione, quando la gente non è abbastanza motivata da andarci gratis), contrari gli ostaggi degli ultras in stile Catania e la maggioranza delle persone civili che vedono nella tessera solo una grana in più per chi vuole andare allo stadio. Ieri mattina ad un tifoso interista che ha acquistato un biglietto per il derby (ospita il Milan) è stata chiesta prima la tessera del tifoso e, visto che non la possedeva, in alternativa quella di abbonamento all’Inter: la confusione nelle modalità di applicazione regna quindi totale, se è vero che quella nerazzurra è l’unica società ad essere in regola con tutti i parametri (compresa la foto). Da amanti delle scommesse scommettiamo che nessuno farà ufficialmente marcia indietro, per non perdere la faccia, ma che il margine di tolleranza sarà italianissimo e dal 2010-11 non se ne parlerà più. Rimane poi il non detto di ogni ministro dell’Interno, da Scelba a Maroni: dal punto di vista dell’ordine pubblico è meglio che le teste di cazzo siano radunate piuttosto che sparse. La tessera si è rivelata quindi per quello che è: un’operazione per dimostrare che ‘stiamo facendo qualcosa’, anche se chi grida alla misura liberticida non propone alternative diverse dal manganello o dallo speriamo in Dio. I peggiori è sempre meglio averli allo stadio che al parco, dal punto di vista del cittadino medio, ma è incredibile che ogni minima misura contro la violenza scateni questi riflessi condizionati sessantottini: no alla legge, sì al nero di Agnelli.

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