Sport

Grande Oriente

Oscar Eleni 22/09/2025

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Oscar Eleni al teatro Kabuki di Tokyo fingendo di stare bene per poter evadere dai domiciliari imposti dall’età, dai dolori, dalla noia di sentirsi inutili. Fuga consigliata dal veterinario per festeggiare un caro collega, il Davide Pisoni, che inizia un percorso inverso rispetto a quello di chi vi scrive chiedendo perdono. Nel 1974 lasciammo la rosea Gazzetta per andare nell’accampamento del contropotere montanelliano iniziando un viaggio diverso nella redazione segregata in piazza Cavour a Milano, davanti al palazzo dei giornali dove poi alzammo le vere barricate. Battesimo meraviglioso grazie a capitan Grandini, con Silvano Tauceri come maestro di vita e Alfio Caruso vulcano d’idee e di passioni.
Il primo viaggio verso la Persia dello Scià e di una polizia prepotente: la Cina rientrava nello sport per i Giochi Asiatici.

Oggi quei ricordi ci sembrano meravigliosi anche perché fra Giappone, Cina, Filippine, Thailandia, abbiamo trovato medaglie, sorprendendo il mondo con la bella atletica nata proprio a Tokyo nell’Olimpiade della pandemia di 4 anni fa, ritrovando le delizie pallavolistiche nel regno di Julio Velasco che, dopo la squadra del secolo, ci ha regalato le campionesse olimpiche che ora sono anche padrone del mondo.

Montagne thailandesi con fiori profumati per lasciarci viaggiare verso la Cina dove la splendida Garbin con le nostre tenniste si riprende la Billie Jean King Cup battendo prima l’Ucraina e poi le americane con Paolini scatenata, Errani dominante, Cocciaretto sorprendente e Bronzetti spalla nel lavoro di preparazione.

Sosta per gli abbracci ed eccoci nelle Filippine riscoprendo una nazionale maschile di pallavolo che contro l’Argentina dimentica i peccati delle qualificazioni anche se adesso per andare avanti dovrà emendare i suoi peccati contro il Belgio di Emanuele Zanini, uno degli ottimi allenatori italiani prestati in questo mondiale e del Reggers schiacciatore che a Milano ha trovato la sua casa e nelle eliminatorie ha fatto buchi nella nostra debole difesa.

Altro brindisi e poi ritorno a Tokyo sotto la pioggia per ringraziare i sette medagliati che migliorano il record di Goteborg 1995, 6 sul podio, felici di stare sul carro di Mattia Furlani oro meraviglioso nel salto in lungo. Come cestofili impenitenti vorremmo ricordare ai nostri amici dell’atletica che il ragazzo cominciò col basket. Il futuro scritto dal più giovane dei vincitori, ringraziando la Battocletti che sfidando l’Africa dei fenomeni si è presa due medaglie, argento nei 10000, bronzo nei 5000, esploratrice di mondi che sembravano proibiti. Un grazie alla Palmisano d’argento nei giorni gloriosi della spagnola Perez, un bacio accademico per il Dallavalle che ha ritrovato la gioia nel tormento tendineo del salto triplo, argento con oro sfiorato per qualche secondo all’ultimo salto, poi il Leo Fabbri certo più felice della sua Viola del povero Pioli già contestato con un bronzo che gli ridona il sorriso. Chiusura con la banda d’Affori per l’ingegnere che vive nella case Aler della periferia milanese di Ponte Lambro, lo splendido maratoneta Aouani che ha vestito di bronzo tutte le sue vocali regalandole al padre che alle 5 del mattino ha brindato al successo del figlio nel cantiere dove lavora ogni giorno. Viva l’atletica che ci ha fatto godere anche quando non ha vinto medaglie perché c’era entusiasmo, una squadra che ha indicato la stessa strada dei nostri nuotatori, magari dei tennisti, federazioni dove si lavora bene davvero.

Finita la festa, svuotati i bicchieri, restando sempre di guardia per gli esami del De Giorgi e dei suoi pallavolisti, eccoci nella brughiera cercando di capire come sarà il basket che troveremo in questo fine settimana con la supercoppa, primo vero appuntamento della nuova stagione. Non ci facciamo illusioni dopo l’Europeo che ha detto al mondo quello che valiamo: non tanto, anche se la gioventù virtussina e gli esiliati ci tengono ancora in vita. Come sempre leggendo le formazioni troviamo pochissimi ragazzi cresciuti in questa scuola. Colpa mia, colpa sua, colpa della federazione, del bajon, della Lega che ci vende il suo nuovo canale televisivo a 99 euro, che sa come cercare risorse, ma non sembra voler cambiare anche se Gherardini potrebbe trovare l’energia per rifondare un po’ tutto prima che la NBA ci invada sul serio. Pessimismo della ragione, ma noi speriamo davvero che prevalga l’ottimismo della passione.

Le partite di preparazione non hanno detto quasi niente. La supercoppa spalancherà le sue fauci al Forum, casa dell’Armani in lutto che poi sarà requisita per le Olimpiadi spostando l’ultima squadra di Ettore Messina al glorioso Palalido che ora prende nome dagli sponsor, l’arena dove l’Urania ambiziosa di Ale Gentile è partite male come la Fortitudo di Caja, in un torneo di A2 dove c’è spazio per talenti costruiti in società depredate da chi compra soltanto e non sa insegnare, vivai italiani, scuola che un tempo, quasi l’altro secolo, ci ha dato medaglie e soddisfazioni. Chiusura notturna col temporale che annuncia l’arrivo dell’autunno e con pagelle che ci rimettono nell’inferno per i voti bassi, sognando sempre il paradiso per i premiati.

10 Al GAVIO che ha dato a Tortona la cittadella dello sport, un palazzo da 5000 posti, un giardino per il grande basket e tante altre attività, dal tennis al padel. Magari ce ne fossero tanti come lui, nella speranza che il Fioretti uscito dal regno Olimpia dopo 21 anni possa andare nel grande mare vincendo il più possibile, ma soprattutto insegnando, anche se il calendario è stato crudele perché alla prima di campionato dovrà sfidare l’Olimpia e il suo maestro proprio a Milano.
9 Al Mamoli che dopo 21anni, pure lui, ha lasciato SKY dove ha fatto un lavoro splendido, per creare la televisione di una Lega che andrà in diretta nel cuore di chi ama davvero questo sport. Speriamo che tutto funzioni e, come succede con Supertennis, la sfida abbia successo.
8 Alla Freccia Rossa che accompagnerà nel fine settimana le quattro elette alla ricerca della supercoppa. Un bel progetto, un inizio che mette subito di fronte la nuova Virtus, giovane, interessante,e l’Armani con tante facce nuove, come sempre. Su Brescia e Trento aspettiamo il primo esame per capire se le tante novità, cominciando dagli allenatori, terranno al vertice due società che hanno tutto, cominciando da competenza e passione.
7 che vale 10 per la vita al PAOLO VIGANÒ che ci ha lasciato, un maestro nella grande scuola del Lamber milanese. Sulle nuvole dei grandi troverà il barone Sales che in quella splendida società e con questo allenatore trovò ispirazione e insegnamenti.
6 Al DELLA VALLE fantasioso se davvero riuscirà a convincere Danilo GALLINARI a chiudere con la nazionale prestando il suo braccio e la sua mente al tre contro tre che avrà spazio pure nelle Olimpiadi. Con CINCIARINI, magari, potrebbero fare meraviglie.
5 All’EUROLEGA che con un calendario asfissiante costringerà Armani e VIRTUS OLIDATA a tenere in piedi due squadre. Certo un torneo prestigioso ma i doppi turni settimanali, ben dieci, saranno un massacro e le trasferte in Dubai non certo viaggi premio.
4 Alla VIRTUS crudele che non ha dato respiro a Tortona nella partita che ha inaugurato il campo nella cittadella dello sport, anche se la festa è stata bellissima.
3 A Luca BANCHI se dovesse prendere paura sapendo che già prima di essere scelto come sostituto di Pozzecco in Nazionale si è trovato contro il solito piccolo mondo.
2 Ai Visionari, cominciando da SPINETTI, che non vengono presi in considerazione anche se danno saggi consigli. Caro Petrucci ascoltare e, magari, farsi aiutare, non è un peccato.
1 Alla ZANDALASINI che ha finito alla grande la sua esperienza nel basket professionistico statunitense e qui non ha trovato neppure una breve per celebrare le sue belle prestazioni.
0 Al BARGNANI, intanto bentornato in famiglia, che come testimonial della Frecciarossa, la supercoppa, dovrà convincere i vincitori sui benefici di un trofeo che non porta guai anche se l’ultima Armani, ad esempio, dopo il successo, ha conosciuto soltanto infortuni e delusioni, stesso destino per chi l’aveva vinta negli anni precedenti.

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