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Gli hacker della Tesla

Stefano Olivari 14/01/2022

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È possibile hackerare un’auto? La Tesla ed Elon Musk fanno sempre notizia, ma questa è una non notizia: un ragazzo appassionato di cybersecurity, David Colombo, ha infatti affermato di essere riuscito a prendere il controllo dei comandi delle Tesla in 13 diversi paesi, senza che i loro guidatori se ne rendessero conto. Dove ‘prendere il controllo’ non significa sterzare o accelerare, ma gestire tutte le operazioni gestibili dal computer di bordo: mettere in moto, aprire i finestrini, cambiare i canali della radio, accendere e spegnere le luci, eccetera.

Dove c’è una connessione web c’è possibilità di hackeraggio, anche nostra nonna ormai lo sa. Il problema ci sembra più ampio e riguarda l’elettrificazione di qualsiasi oggetto di uso comune, non solo le auto, senza averne reali vantaggi in termini di uso e meno che mai come riparazione. Perché avere le tapparelle elettriche? In una casa dove abbiamo vissuto 4 anni le abbiamo dovute riparare 5 volte… E il cancello elettrico del box? Nessuno si è mai consumato per essere avere girato una chiave in una serratura. E tornando alle auto, perché ormai molti modelli non prevedono lo sblocco meccanico delle portiere?

Non stiamo parlando soltanto di Tesla, evidentemente, né vorremmo tornare ai comandi basic di quella 127 bordeaux di nostro cugino con cui a 16 anni (siamo sempre stati intelligenti) finimmo contro un muretto alla periferia di Rho. Però non si capisce perché una persona normodotata non possa alzare il portellone posteriore con le proprie braccia o regolarsi da sola gli specchietti. Se poi dalle auto ci spostiamo alla casa, gli esempi sono infiniti anche senza finire nella domotica. Non si tratta di una critica all’inutilità, perché in ultima analisi tutto è inutile, ma alla complessità. Tanti discorsi sul less is more e poi pretendi di programmare la lavastoviglie mentre sei al ristorante.

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