Attualità

Giornali sportivi, l’effetto Cristiano Ronaldo è finito

Indiscreto 13/12/2018

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I giornali sono sempre meno letti, le pay-tv hanno sempre meno abbonati (ma non si può dire), ci sono appassionati di musica che hanno acquistato l’ultimo disco negli anni Novanta. Un vecchio mondo sta scomparendo e di per sé non sarebbe un male, se non fosse che sul web un modello editoriale valido ancora non è stato inventato. Se Enrico Mentana per il suo neonato Open teorizza il tutto gratis dicendo che i finanziamenti dovranno arrivare da pubblicità (sul web sempre meno che proporzionale all’aumento dei costi, come Cairo potrebbe spiegargli meglio di noi) e fondazioni benefiche allora siamo messi davvero male: si faceva prima a dire che per fare i giornalisti bisogna essere ricchi o avere amici ricchi. Ma tornando ai giornali, bisogna dire che il mese di ottobre 2018 ha generato un altro bollettino della sconfitta. Con i dati che per motivi misteriosi (ma nemmeno troppo) vengono sempre resi noti un mese e mezzo dopo.

Il totale della diffusione (copie cartacee e copie digitali) vede ancora in testa il Corriere della Sera, con 274.840 copie quotidiane, davanti a Repubblica (210.502) e Sole 24 Ore (166.307). Questo il podio generale, mentre i quotidiani sportivi vedono sempre in testa la Gazzetta dello Sport (147.812 copie), davanti a Corriere dello Sport (71.719) e Tuttosport (47.063). I discorsi sui massimi sistemi dell’informazione sono noiosi, diciamo solo che fra i  quotidiani con oltre 40.000 copie di diffusione, fingendo di credere alle copie digitali, soltanto due fanno segnare un aumento rispetto a settembre 2018: sono il Sole 24 Ore e Avvenire. Merito o colpa della situazione politico-economica, che porta ad informarsi di più rispetto a temi economici e a leggere qualcosa di anti-governativo non in chiave poteri forti come potrebbero essere Corsera o Repubblica ma in chiave cattolica.

Venendo ai nostri amati giornali sportivi (l’unico record della nostra triste vita è di essere abbonati a tutti e tre, con i nostri soldi e non con quelli di un’azienda), il segno rispetto a settembre è decisamente meno. Meno 9,3% la Gazzetta (significa meno 16.122 copie in un mese), meno 5,59% (meno 4.248) il Corriere dello Sport, meno 6,28% Tuttosport (meno 3.154). Siccome non ci sono stati cambi di direzione e i giornali sono stati fatti sempre più o meno dalle stesse persone, significa che ad essere cambiato è l’interesse del pubblico per la materia trattata. Non è un problema soltanto dello sport… Un confronto di più ampio respiro sarebbe con l’ottobre del 2017, che fa segnare meno 6% per la Gazzetta, meno 13,53% per il Corriere dello Sport, meno 2,46% per Tuttosport. Traduzione: la Gazzetta sta andando relativamente peggio in tempi recenti, il Corriere dello Sport nell’anno ha perso percentualmente di più ma ha rallentato la caduta, Tuttosport è quello più vicino al se stesso di un anno fa ed ha ormai visto esaurirsi l’effetto Cristiano Ronaldo di cui comunque hanno beneficiato gli altri due concorrenti.

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