Attualità

Gesù di Nazareth, lo Zeffirelli più grande

Stefano Olivari 15/06/2019

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Franco Zeffirelli è morto a 96 anni ed è impossibile elencare tutto ciò che di grande e meno grande ha fatto per il cinema, il teatro, la televisione e l’opera nel corso della sua carriera. Non gli facciamo però un torto dicendo che Zeffirelli per noi bambini degli anni Settanta è stato soprattutto l’autore di Gesù di Nazareth.

Lo sceneggiato, una volta si chiamavano così, più influente di tutti i tempi, girato da Zeffirelli con un gusto cinematografico che era lontano da ciò che passava a quei tempi in televisione, con le scene in interni e le battute a dominare. Dopo il Gesù di Zeffirelli, mandato in onda da Rai Uno nella primavera del 1977, la storia televisiva sarebbe cambiata.

Gesù di Nazareth è stato proposto così tante volte in replica che sembra quasi un’opera dei giorni nostri, e dal punto di vista narrativo quella che ai tempi fu da qualcuno giudicata una americanata funziona ancora benissimo. Partendo dai Vangeli, il racconto del Gesù uomo con qualche licenza poetica (che portò negli Stati Uniti al ritiro degli spot sulla NBC della General Motors, minacciata da estremisti religiosi) e l’introduzione di alcuni personaggi che nei Vangeli non esistono. Robert Powell era Gesù, Olivia Hussey Maria, Yorgo Voyagis (nella nostra mente malata sarà sempre l’ex marito di Nadia Cassini), Giuseppe, ma il cast era da urlo anche nei ruoli minori: Valentina Cortese, Christopher Plummer, Peter Ustinov, Rod Steiger (un memorabile Ponzio Pilato), Fernando Rey, Anthony Quinn, Lawrence Olivier, Michael York, Ernest Borgnine, Claudia Cardinale, Donald Pleasence… E come scordare la musica di Maurice Jarre, a partire già dalla sigla?

Uno sceneggiato che fece epoca, con visione per così dire consigliata a chi andava a scuola, perché il giorno dopo (quindi lunedì) se ne sarebbe discusso in classe. Una produzione enorme, della RAI insieme all’inglese ITV, che costò oltre 10 miliardi di lire dell’epoca: sarebbero come potere d’acquisto quasi 40 milioni di euro di oggi, roba da prima fascia Netflix. Produzione enorme in mano ad un regista al tempo stesso italianissimo e con una credibilità internazionale che gli ha procurato tante invidie e una certa sottovalutazione in una patria ignorante. Per una volta il termine ‘Maestro’, quasi obbligatorio nei coccodrilli, non è usato a caso.

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