Calcio

Fuori i migliori

Stefano Olivari 12/04/2011

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di Stefano Olivari
Meno male che ci sono i tifosi, per il bene delle famiglie di giornalisti e bookmaker. Scontato il discorso sui media, che possono raccontare quanto sia probabile (basta la rabbia giusta, no?) rimontare tre gol, in pratica quattro, in trasferta in un quarto di finale di Champions League.
L’ottimismo alla Tonino Guerra attizza l’interista e tiene un po’ in tensione il lettore milanista e juventino (chissà mai che…), coinvolgendo comunque tutti. E’ marketing giornalistico, che bisogna accettare senza snobismi: altrimenti si può sempre chiedere un bel finanziamento pubblico, l’Italia è piena di brutti film senza mercato e di brutti libri patrocinati da una qualche provincia (ma non dovevano abolirle?). Per la verità è piena anche di sedicenti ‘esperti di calcio internazionale’ (in effetti per copiare da Wikipedia bisogna essere esperti, per non farsi beccare come certi baroni universitari) che non seguono il calcio italiano e giudicano in maniera imparziale. Ecco, confessiamo uno dei tanti nostri limiti: riusciamo a parlare solo con i tifosi, ovviamente non solo della nostra squadra, tutto il resto è come spiegare un film porno a un eunuco. Salvo poi scoprire, ma sempre a risultato acquisito, che il disonesto eunuco ha improvvise erezioni…Più sottile della nostra la psicologia del bookmaker, i cui sonni sono turbati da un esercito di ragionieri che gioca lo Schalke in semifinale a 1,03 (con il 3% al giorno l’interesse annuale composto sarebbe interessante). Anche in questo caso il tifo, pro e contro l’Inter, tiene a galla le aziende: basta che almeno il 3% del totale delle giocate vada sulla qualificazione nerazzurra e la baracca sarà salva. E’ evidente che sarà così, fra atti di fede e la cosiddetta assicurazione emotiva (giocare sul risultato che come tifoso ti farebbe star male), Schalke-Inter sarà un affare. Non sentiamo l’impresa nell’aria, purtroppo, ma non siamo aridi fino al punto di lucrare 30 euro mettendone 1000 contro la qualificazione dell’Inter. Sarà comunque bello applaudire la fine di un’era piena di vittorie pulite, ci godremo questo ultimo urrah di trentenni che nemmeno Mourinho al cubo potrebbe far tornare quelli dell’anno scorso. Al prossimo ciclo interista di questo tipo saremo morti o provincia del NordAfrica, quindi tutto sommato meglio morti. Dopo aver vissuto sul posto Barcellona e Madrid, chi se ne frega dello Schalke?

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