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Fiocchetti Finals
Stefano Olivari 18/11/2025

Visto che è impossibile trovare parole nuove per celebrare Sinner, dopo il suo secondo trionfo alle ATP Finals ha fatto notizia l’annuncio della pensione, la propria, da parte di Marco Fiocchetti, il telecronista RAI che nemmeno una lunga frequentazione con il tennis (era già in pista come intervistatore ai tempi di Galeazzi e di Panatta capitano di Davis) ha trasformato in un esperto di tennis o quantomeno in un telecronista superiore al livello del cringe. Poi è chiaro che alla maggior parte di chi guarda interessa la partita, chiunque la commenti, per questo la RAI ha in vari settori creato mostri che non hanno nemmeno la simpatia e l’umiltà di Fiocchetti.
Queste le parole di Fiocchetti, che sull’onda dell’emozione si è quasi dato del raccomandato: “Prima di salutarvi e dare la linea allo studio, è arrivato per me il momento di ringraziare la Rai. Perché per quasi raggiunti limite d’età, quella di stasera è stata la mia ultima telecronaca. E meglio di così non poteva finire. La Rai, l’azienda dove sono nato e cresciuto. Ci lavorava mio padre. La Rai, l’azienda che mi ha permesso di lavorare seguendo ai più alti livelli lo sport che ho sempre amato. Tutto qui. E allora, prima che mi commuovo: grazie Rai! Buonanotte e buona fortuna”.
Il suo caso ci permette di tornare ancora una volta sul tema del giornalismo tifoso, che sembra riguardi soltanto il calcio. Ma il calcio ha l’indubbio pregio del tifo non concentrato su una squadra, fosse anche la Nazionale (che viene sostenuta a seconda della presenza dei giocatori del proprio club, per questo vengono ricordate come ‘simpatiche’ le nazionali-mosaico, senza blocchi), meno che mai su un personaggio, con pochissime eccezioni tipo Riva o Baggio. Negli altri sport l’italiano che vince e la squadra nazionale che vince sono accompagnate da una quasi unanimità tremenda.
Questo permette telecronache piene di ‘E vai!’, anche su Sky dove la Pero è stata accusata di non gridare abbastanza per Sinner, con i meriti degli ‘avversari’ sempre sminuiti, che permettono di giganteggiare a seconde voci di grande prestigio come Panatta ma spesso disinformate e con poca memoria: Adriano, per il quale a suo tempo abbiamo pianto, a Sky ha anche sostenuto che Lendl, 2 finali e 5 semifinali a Wimbledon, non sapesse giocare sull’erba. Il problema di base è ovviamente che il telespettatore sedicente cultore del giornalismo equilibrato detesta il tifo soltanto quando non è uguale al suo.
stefano@indiscreto.net


