Tennis
Dove paga le tasse Sinner
Stefano Olivari 21/11/2025

Uno degli articoli più letti, anche sui media che hanno copincollato l’originale senza magari citare la fonte, e commentati degli ultimi tempi in Italia è stato quello di Claudio Plazzotta su Italia Oggi, che ha sottolineato come Jannik Sinner sia uno dei maggiori contribuenti italiani, a dispetto della residenza a Monte Carlo (fra l’altro non tarocca, davvero si allena lì) e del fatto, che tutti gli appassionati di tennis conoscono, che i premi dei tornei e le attività pubblicitarie in singoli paesi siano tassati in quei paesi.
Il vantaggio fiscale del risiedere a Monte Carlo riguarda le sponsorizzazioni per così dire globali, che comunque nel caso di Sinner valgono decine di milioni e in quello di Musetti (e anche di Berrettini, addirittura di Sonego) e di altri sportivi residenti nel Principato molto meno. Molti paesi hanno ritenute alla fonte e accordi con l’Italia per evitare una doppia imposizione, ma in generale si può dire che giocare nel mondo civilizzato non convenga, visto che l’aliquota media è del 40%.
A Sinner di sicuro converrebbe giocare di più esibizioni come il Six Kings Slam in un paese come l’Arabia dove lo straniero di un certo livello può pagare zero o quasi, che un ATP 1000 a Cincinnati o a Roma (che sarebbe obbligatorio, ma una scusa medica si può sempre inventare). Se pensasse solo ai soldi dovrebbe fare molte più esibizioni, anche se non si tornerà più alivelli degli anni Settanta e Ottanta, e risparmiare energie facendosi eliminare presto nei torneini.
Beninteso, il numero 2 del mondo non è un benefattore dell’umanità, fa i suoi interessi come tutti noi e del resto non è giusto vivere metà della propria vita a beneficio di chi non fa un cazzo o evade in senso stretto. Il punto non è comunque questo, nè l’essere più o meno tifosi di Sinner, ma usare lo stesso metro mediatico per tutti gli ‘ottimizzatori’ fiscali, per non dire degli evasori e degli elusori. Parliamo degli altri sportivi residenti a Monte Carlo ma anche delle tante esterovestizioni farlocche di aziende che hanno gran parte dei loro impianti produttivi, oltre che la loro direzione, in Italia. In questo territorio i Cazzullo e i Gramellini, oltre che i loro cloni wannabe, non possono entrare.
C’è poi un discorso Monte Carlo che va al di là delle tasse. Non è un brutto posto, ma secondo noi in proporzione al reddito medio dei suoi residenti è il posto più brutto del mondo. Una cosa però i residenti, non necessariamente VIP, apprezzano: la sicurezza data da una polizia severissima e dall’assenza totale non si dice di delinquenti (i delinquenti ci sono, ma di livello top), ma di sbandati e ragazzini con coltello.
stefano@indiscreto.net


