Basket

Dove gli ultimi sognano LeBron

Stefano Olivari 23/02/2010

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Del pirotecnico, ma non troppo, finale di mercato NBA si è letto tantissimo ed è inutile copiare dai siti specializzati (noi siamo devoti di Hoopshype.com, che linka ai media locali più improbabili). Siccome scriviamo per tutti e nel presente non ci sono stati sconvolgimenti in squadre da titolo (sospendiamo il giudizio su Antawn Jamison ai Cavs, televisto malissimo e molle contro i Bobcats mentre un po’ meglio contro i Magic), può essere utile sintetizzare che cosa si sia davvero mosso in prospettiva 2010-11 visto che nemmeno la maturazione di Bargnani e la scalata degli altri due azzurri fa guadagnare righe al basket sui giornali e nei notiziari sportivi (cioè calcio più Ferrari).
Tutti hanno provato a liberarsi dei contratti onerosi con l’unico metodo possibile: accollarsi contratti ancora più onerosi ma con scadenza più breve rispetto a quelli ceduti. Il McGrady ai Knicks, al di là del riempire qualche poltrona in più e del fatto che già all’esordio abbia mostrato una buona forma, ha proprio questo scopo. Tutti ci hanno provato, dicevamo, ma solo poche squadre ci sono davvero riuscite ed adesso hanno la possibilità di arrivare a LeBron James nel caso decida di lasciare Cleveland. In questo senso la numero uno è proprio quella guidata da D’Antoni, che pur sbagliando quasi tutte le scelte tecniche post Isiah Thomas (dall’ingaggio di Duhon alla chiamata di Jordan Hill invece che di una point guard alla Ty Lawson o alla Jennings) adesso si trova in una situazione invidiabile: nel 2010-11 infatti ha impegni solo per 18 milioni di dollari e spiccioli, quasi 35 sotto il salary cap. In altre parole New York è l’unica delle 30 franchigie a poter puntare sia su LeBron che su un’altra stella vera fra quelle disponibili (Bosh?). In ottica estiva sono messi bene anche i Nets, con impegni di 27 milioni inferiori al cap, e i Bulls che viaggiano su cifre non lontane. Nel primo caso al di là dell’effetto Prokhorov non sappiamo quanto James possa accettare il passaggio da una squadra da anello ad una di transizione (il trasferimento a Brooklyn avverrà nel 2011, lock-out permettendo), nel secondo ci sarebbero invece già sotto contratto giocatori di una ipotetica squadra da titolo, da Derrick Rose a super-comprimari tipo Luol Deng, Kirk Hinrich, Taj Gibson, eccetera. La vera incognita, cioè la squadra che deciderà il destino delle altre, è però Miami: Wade potrebbe ‘uscire’ dall’ultimo anno di un contratto da 17 milioni ma potrebbe anche decidere di rimanere in una realtà leggera (solo Beasley e Daequan Cook hanno garanzie per la prossima stagione) e quindi pronta ad entrare a piedi uniti nel mercato per chiunque: al limite anche per James. E’ comunque significativo che praticamente tutti possano in questa lega pensare nel giro di due stagioni di essere da titolo. Da sottolineare che gli arbitri sospetti li hanno anche loro: evidentemente la credibilità nasce non dalla purezza d’animo ma dal fatto che agli occhi della lega tutti abbiano pari dignità. Uno Stern italiano non avrebbe avuto alcuna difficoltà ad apparecchiarsi l’anno scorso la finale marketing Kobe vs LeBron, ma così non è stato. 
stefano@indiscreto.it

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