Sport
De Giorgi senza alibi
Oscar Eleni 29/09/2025

Oscar Eleni appena liberato dal tetro castello dei Corvino in Romania, felice di poter andare dove sorge il sole. Viaggio a Levante fermandosi nel parco dove comandano le scimmie della neve. Giardini giapponesi collegati via cavo col mondo per guardare la vittoria dei pallavolisti di Fefè De Giorgi a cui personalmente dobbiamo la salvezza dopo la sbronza colossale, pilotata da Velasco, per il mondiale del 1990 quando la squadra del secolo fece il capolavoro nell’inferno del Maracanazinho. Anche in quell’alba luminosa Fefè, che aveva palleggiato la caipirinha come e certo più di noi, ci diceva di non cercare alibi se andavamo a sbattere contro le poltrone. Un mantra che nasceva dalle chiacchierate con Velasco e Frigoni, un comandamento alla base della grande costruzione che adesso ha portato la pallavolo nei salotti che contano, persino nelle scuole con palestre fatiscenti. Peccato che al CONI abbiano scelto per difendersi dall’attacco della politica, solamente avida, uomini che sembrano lontani dalle federazioni dove tutto funziona alla grande, dal nuoto all’atletica o al tennis anche con Musetti sputacchiante pentito in ritardo, che certo meritano il dissenso interno, ci mancherebbe, però al vertice sanno far funzionare le cose. Adesso siamo guardati con interesse da chi un tempo ci diceva che eravamo soltanto maccheroni e mandolino.
Niente alibi per chi ha organizzato la supercoppa del basket fra mille adesivi pubblicitari che rendevano il campo del Forum una pista di pattinaggio con troppo anticipo su quella vera che vedremo per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, nella speranza che non si litighi troppo, e, soprattutto, che si finiscano i lavori, magari senza alzare la polvere come per la pista del bob, disciplina per pochi, ma pur sempre storia olimpica come ci direbbe l’Eugenio Monti fenomeno del Giochi invernali, il barone rosso che sfidava la grande velocità e le curve con il sorriso.
Nessun alibi per chi non si è alzato in piedi per applaudire Pogacar nella festa mondiale del ciclismo in Ruanda, una esplorazione riuscita in territorio dove vevano bisogno di tornare a sorridere e suonare i tamburi anche se del loro domani non esiste certezza come dicono gli osservatori che hanno trovato un percorso stupendo per il mondiale, ma anche tante contraddizioni fra chi cerca libertà e chi la soffoca in quel paese. Certo che lo sloveno è stato il mago in una fuga di oltre 66 chilometri andando ad una media superiore ai 42 chilometri, ma sarebbe sbagliato non ricordare questa corsa anche per quello che ha fatto Evenepoel, prima e dopo aver smadonnato contro il cugino che gli ha sistemato male la bicicletta, magari lo stesso che invece gli aveva dato un razzo sotto le chiappe per stravincere la cronometro mondiale. Felici per il bronzo mondiale dell’irlandese Healy, ma anche per il sesto posto di Ciccone che sulla salita di Kigali si è detto mille volte ‘ma chi me lo fa fare’. Certo non le parole usate dal giovane talento Lorenzo Finn, madre genovese e padre inglese, un classe 2006 che ha vinto il Mondiale fra gli under 23, vera speranza del nostro ciclismo un po’ anemico di questi tempi, eroe vero se ha trovato il modo di allenarsi su strade dove ogni giorno rischia l’incolumità, se non la vita, come ha detto alzando il suo trofeo.
Lasciateci fra Cina, Giappone e Filippine, se Bagnaia torna a vincere nel giorno dell’apoteosi motociclistica del catalano Marquez che con il nono titolo eguaglia il Valentino Rossi amato e magari un po’ invidiato in gioventù. Felici di stare al tavolo nello stesso ristorante di Manila dove durante un Mondiale di basket andato maluccio (quando maluccio erta il quarto posto…) per l’Italia, era il 1978, ci consolavamo con il caro Grigoletti scoprendo la bontà dei pancit malabon, tagliatelline condite alla grande.
Contenti di poter brindare anche al canottaggio che non tanto lontano, acque di Shanghai, ci ha dato un oro con il “4 con” che in barca portava l’anima di Filippo Mandelli campione fra gli otto remi sulla stessa barca vincente a Plovdiv in Bulgaria, un campione che dopo tre anni dal successo ci ha lasciato, ma non è stato dimenticato dai tre compagni, Rambo Rambaudi, Panizza, e Gentili che erano con lui a Plovdiv e che al momento del trionfo hanno affidato la bandiera che sventolava il campione comasco a Chiumento che ha completato l’equipaggio d’oro nelle acque cinesi dove si è vestito d’argento anche l’otto misto che punta verso i Giochi di Los Angeles dove meriterebbe di stare più di certi sport che gli americani vogliono buttare dentro l’Olimpiade come se fossero nel loro luna park californiano.
Alle scimmie cortesi chiediamo di non insistere per scoprire se il basket ha davvero ritrovato armonia e spazio neri giorni dove il quarantenne neomilanista Modric ci dice cosa si può fare per restare una vera luce sul campo se sai alimentarti bene, se sai allenarti ogni giorno, se conosci la tecnica imparata esercitandosi sempre, fin da bambino.
Per i quasi 17 mila che nei due giorni hanno riempito il Forum, sulla resa televisiva visti i tanti canali impegnati, da SKY, CIELO e la stessa Lega, sapremo più avanti, per adesso valutiamo i messaggi diversi delle partite al Forum. A Trento stanno impostando un ‘altra squadra interessante, devono credere in Cancellieri. A Bologna la consolazione di aver lasciato il trofeo che, come la maglia iridata nel ciclismo, sembra non portare mai tanta fortuna, all’Armani che soltanto nella seconda parte della finale ha giustificato l’ottimismo di chi la vede al nono posto nel ranking dell’Eurolega che in settimana ci dirà se davvero Panathinaikos e Olympiakos sono meglio del Fenerbahce di Melli, del Real scarioliano,del Montecarlo supercorazzato.
In settimana capiremo tutto o quasi. Milano affrionta la doppia sfida di Belgrado, prima la Stella Rossa da fondo classifica, poi il Partizan di Obradovic che danno al sesto posto in sala previsione. Più difficile capire cosa potrà fare la Virtus costruita da Ivanovic anche se siamo curiosi di vedere questo esordio contro le spagnole perché il Real Madrid di Scariolo, da affrontare in casa, viene considerato molto più del Valencia, secondo avversario per le Vu nere nell’arena spagnola in allarme rosso per l’uragano, che l’ha battuto nella supercoppa spagnola.
Una settimana per capire e poi brindare alla Lega, che ha già inaugurato il suo canale televisivo con la Supercoppa, perché partirà il campionato dove Virtus e Olimpia sono sempre le strafavorite, ma con giusto timore per quello che sta facendo Trapani, a parte i litigi cittadini, senza sottovalutare Brescia che anche in questa supercoppa si è guadagnata la finale, la quarta in poco tempo come dice il Della Valle che assomiglia tanto a Modric.
Ci aspettiamo belle sorprese, purtroppo non possiamo dire che ci aspettiamo tanti giocatori di scuola italiana in campo anche se il diciassettenne fratello di Niang potrebbe stupire con Trento come hanno fatto i ragazzi di Galbiati prima che l’allenatore andasse a cercare gloria a Vitoria, nei Paesi Baschi, prima che molti prendessero il volo, primo fra tutti l’Ellis che ha già conquistato il popolo Olimpia giocando una supercoppa da grande talento capace di arpionare il cuore Virtus con l’ultimo tiro nella semifinale che poi Milano ha vinto al supplementare.
Mentre sale ancora il prezzo dell’oro e i droni non si sa dove vanno e chi li lancia, sicuri che a Gaza non sorrida nessuno e sparino in troppi su gente inerme, cominciando dai bambini,, salutando Schio che ha vinto la supercoppa femminile del basket battendo la Reyer ormai rivale di ogni giorno, invidiando la Spagna che in Eurolega avrà il meglio e intanto festeggia Malaga che ha vinto l’Intercontinentale della FIBA brontolona, andiamo alle pagelle stilate nel refettorio della scuola elementare dove ci hanno rispedito i medici incuranti dell’età e del male che non se ne va.
10 Al ROMAGNOLI che su Repubblica ci ha guidato nell’inferno del dopo carriera di troppi sportivi che cercano gloria su lame pericolose.
9 Al GHERARDINI, nuovo presidente della LEGA basket, perché quando le telecamere lo inquadravano aveva la faccia di quello che ogni giorno si ripete: ma chi me l’ha fatto fare. Anche se lui si sta già muovendo benissimo nella poltiglia dei vivai perduti.
8 Al sciur Gamba, classe 1932, magnifica presenza al Forum dove riesce ancora a vedere la parte mezza piena del bicchiere nel basket che a lui deve così tanto.
7 Al Dan Peterson che anche in supercoppa ha saputo capire subito chi era il capo giocatore pretendendo una fotografia con il ministro Crosetto che, per una volta, ha mostrato più passione per il basket piuttosto che per le armate che deve governare.
6 Alla coppia MESSINA-POETA che comincia bene una stagione dove tutti siamo curiosi di capire come funzionerà questa cooperazione in panchina e, soprattutto, come la vivranno i giocatori sapendo che, come a scuola, molti non rimpiangeranno il vecchio maestro, dicendo al nuovo che con lui tutti andrà molto meglio.
5 A CANCELLIERI e COTELLI, nuove guide per Trento e Brescia, se torneranno dalla supercoppa con troppi pensieri. Stanno già lavorando bene, certo qualcosa andrà sistemato, ma il bello è proprio questo nella sfida che hanno scelto di fare.
4 Al diciassettenne NIANG se dopo averci incanto sul campo dirà come suo fratello passato alla VIRTUS che dopo aver vinto in Italia vuole assolutamente esplorare il mondo NBA. Restate con noi ragazzi, vi ameremo, insegnandovi sempre qualcosa, come sperano tanti vostri coetanei magari relegati in panchina sognando magari un posto fisso in A2 dove lo spazio si trova, avendone voglia.
3 A MESSINA se non troverà il tempo per mandare a quel paese il suo amigo BODIROGA e l’Eurolega e anche la LEGA italiana che gli regala ad inizio stagione cinque partite in una settimana. Non si ammazzano così anche i cavalli?
2 Agli ALLENATORI della Supercoppa per non aver preteso che togliessero tutti quegli adesivi sul campo. Vero che il denaro pubblicitario non sembra mai puzzare, ma se poi i giocatori vanno per terra troppe volte allora si rischia di perderli per la stagione.
1 Ai COMMENTATORI che insistevano nel vedere soltanto polvere pericolosa sul campo del FORUM per non dire come stavano davvero le cose, una denuncia, inascoltata a quanto pare, che l’associazione giocatori ha fatto tante volte in questi ultimi mesi.
0 All’ARMANI in maglia celeste anche se ha vinto la super coppa, anche se ha battuto la Virtus dopo una rincorsa difficile che ci ha fatto chiedere spesso ma chi li ha scelti certi giocatori. Hanno vinto. Hanno ragione. Ma la maglia Olimpia è rossa da sempre e nel giusto omaggio a re Giorgio, nel commovente ricordo, quel mazzo di fiori stupendo sulla sedia vuota a bordo campo, non possiamo credere che sia stato un omaggio al genio creativo del maestro il cambio di colore di una casacca storica.
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