Basket
Dal Pozzo dei ricordi
Oscar Eleni 27/10/2025

Oscar Eleni scortato da un gorilla bianco che porta le valige per la fuga verso la cometa verde, stazione intermedia per arrivare fino al pianeta molto simile alla Terra scoperto a diciotto anni luce di distanza dopo aver lasciato i fiori a Sinner che torna a vincere e in famiglia ritrova la pace perduta rinunciando alla Davis, al quartetto femminile dell’inseguimento con l’oro al collo per l’ultima danza vincente a Santiago del Cile di Elia Viviani che a 36 anni è ancora campione del mondo. Un bacio anche a Leclerc e alla Ferrari, cercando l’amuleto giusto per le nostre grandi sciatrici che nella stagione delle Olimpiadi sembrano aver sposato soltanto la sfortuna: o si rompono o cadono o sbagliano porta. Veleno nella coda per agevolare la fuga che non sembra riuscita ai ladri del Louvre, voglia di tenerezza lasciando senza rimpianti i finti tavoli della pace, i “potenti” che ci salutano con la manina felici di poter manovrare bombe da fine del mondo.
Per questo è meglio andarsene, pazienza se il viaggio sarà lungo, nel frattempo vorremmo raccontare la ribellione del Platamona nel ricordo del marchese Vittorio Dal Pozzo D’Annone che ci ha lasciato, completando quello che hanno già lasciato ai legionari del Basket Spinetti e il Giorgio Bonaga complice nella rivolta all’hotel Platamona, nell’ultimo giorno dei campionati universitari del 1966 ospitati da Sassari che ancora non aveva conosciuto lo splendore dell’era Sacchetti-Sardara. Il villaggio scelto per gli oltre 400 partecipanti alla festa che anticipava le Nebioliadi era uno splendido albergo nel borgo a 4 chilometri dalla città. Il basket che aveva coinvolto super allenatori vicino a grandi dell’atletica come Ottoz, Arese, Preatoni, la compianta Paola Pigni prima, ma nelle gare di velocità, pronta poi a scegliere il mezzofondo e la fatica per farsi conoscere nel mondo.
Chi scrive sgambettava felice e, ogni tanto, faceva pure canestro, per il Cus Pavia, dividendo la bellissima vista della stanza che ci avevano assegnato con Ciuffo Scheiola, grande tiratore della scuola Simmenthal nel regno di Borella e Fassi. Eravamo in gita premio sapendo che alle finali sarebbero arrivati altri, sicuramente Padova guidata in panchina da Doug Moe, il fenomeno che aveva fatto volare il Petrarca del professor Nikolic prima che il genio inventasse la grande Ignis a Varese. Infatti vinsero loro, battendo Roma, Milano e Venezia, senza però togliere il sorriso a Spinetti e Dal Pozzo, senza turbare il sonno ad Augusto Giomo, un grande come giocatore, un esploratore come tecnico, che con la Bologna dei fratelli Bonaga tentò l’esperimento della zona pressing. Giorni divertenti, notti agitate per le squadre che tornavano in albergo dopo le venti e trovavano il ristorante chiuso. Rabbia e proteste, mugugni e minacce.
Alla fine proprio Giorgio Bonaga cercò complici per la protesta degli affamati. Prima lasciando regali nella piscina, poi scoprendo che avrebbe dovuto salire sulle spalle di Dal Pozzo per poter scrivere sotto l’insegna dell’albergo la denuncia: ”Hotel Merda.” Fatto il danno serviva che la ribellione fosse anche resa pubblica. La questura tergiversava anche se messa in allarme, allora si passò al piano B, annunciando incendi e devastazioni, preparando un agguato nel giardino dell’albergo all’arrivo delle volanti. Cantando l’inno, mettendo insieme le voci buone per far conoscere il Gaudeamus Igitur, perché ci sentivamo davvero giovani e urlavamo per tenere lontana la vecchiaia molesta, ecco Bonaga come Raga, lo scrissero i tifosi Virtus e non soltanto ai giardini Margherita di Bologna, più impegnato del fratello, il filosofo Stefano, nella battaglia, spalleggiato dai veneti, presentarsi al commissario per farsi denunciare dal pivottone, assicurando a chi stendeva il verbale che il ristorante chiuso aveva provocato malattie e ridotto la statura di moltissimi. Cominciando prprio da lui che era finito sotto il metro e ottanta mentre all’ arrivo era oltre i 2 metri e sette come il marchese nato a Genova il 13 marzo del 1940.
Nella rivolta, effettivamente, il commissario liberò tutti meno il Bonaga denunciato, spiegando a Primo Nebiolo che c’erano danni da pagare. Conoscendo Dal Pozzo non lo avrà abbandonato. Lo ricordiamo generoso come quando invitava nel suo maniero del novarese i “maturi baskettari” per brindare insieme a Meneghin, Recalcati, Gamba, per ricordare la sua nobile carriera iniziata con il Cus Genova di Scarpiello, dove c’era anche l’amico Parodi che poi lascio’ per il giornalismo non soltanto sportivo e, per passione mai nascosta, diventò l’anima vera quando furono fondati i Giganti del basket. Dalla Saiwa verso Roma per imparare da Tonino Costanzo l’arte del pivot con la maglia della Stella Azzurra, scegliendo poi Milano, l’All’Onestà dei Milanaccio, per sfidare il Simmenthal e poi prendersi la grande ovazione il giono in cui al Palalido di Milano, forse nella prima delle 14 partite giocate in Nazionale, lasciò il segno segnando un favoloso tap-in per battere i francesi che erano già antipatici prima delle testate di Zidane e dell’invidia di chi non riusciva a batterci nel basket, cosa che, purtroppo, adesso avviene frequentemente perché loro hanno trovato i fenomeni , non soltanto Wembanyama, le medaglie, mentre noi prosciugavamo i vivai e ancora oggi stiamo discutendo se per il campionato si devono tenere cinque o sei giocatori di scuola non italiana.
Basket che alva Milano dal buio come ha fatto l’Egonu con le ragazze del volley prendendosi la supercoppa dopo il mezzo flop del Milan e la sconfitta dell’Inter, anche se per avere uno Shields fabuloso come Brooks o Booker e vincere, finalmente, al Forum con tanti vuoti sulle tribune, anche se i 6000 fissi sono quasi sempre il doppio di quello che possono avere molti altri, l’Armani è passata in mezzo alla tempesta portata dal Valencia nel giorno di super Bolmaro.
Aspettando di capire se c’è posto sulla cometa verde eccoci alle pagelle nella settimana dello scandalo NBA: arresti per scommesse illegali, invasione delle mafie di stampo italiano, dai Gambino in giù, sapendo dei danni che fanno pure in casa nostra, come ci ricorda l’ultimo splendido numero di Millenium, denuncia che dovrebbe ricordarci Calciopoli, pensando bene a chi ci porteremo in casa se davvero Milan e Inter, con la NBA, volessero invadere pure”o baskette “ che sembra pronto a farsi colonizzare dal Silver costernato che come capo della NBA ha chiesto a tutti i proprietari di indagare più a fondo su certi giocatori diventati ancora più ricchi, magari all’improvviso. Ci sarebbe da fare attenzione anche qui vedendo certi risultati, certi tabellini in bianco, ma guai gridare al lupo se intorno hai troppi lupi.
Ai voti, allora, ringraziando PISTOIA per come ha reagito al grave crimine, per la tragedia di Rieti, anche se non bastano i DASPO se nella stessa città dove ha lavorato Elio Pentassuglia, il grande allenatore a cui è dedicata l’arena, dove sono diventati idoli ragazzi come Brunamonti o Zampolini, per non parlare di Sojourner, nella città della grande scuola atletica dei Milardi e del professor GIOVANNELLI, c’è ancora chi crede a questa gente, un po’ come succede in troppi stadi fra scommesse e droghe.
10 Al PAJOLA che ci ha davvero emozionato per la partita contro il PANA di ATAMAN. Era ovunque per la nuova VIRTUS di Edwards e IVANOVIC.Ha fatto bei canestri. Un giocatore che ogni giorno fa un passo avanti. Ora altra fatica doppia in Eurolega e poi il campionato. Respiri e faccia finta di credere che chi comanda è dalla parte dei giocatori.
9 A BRESCIA che resta l’unica imbattuta in serie A e questa volta il marchio lo hanno messo due veterani: BILAN stupendo, DELLA VALLE micidiale.
8 A CREMONA che ripete il colpo del doppio successo nel basket fra A1 e A2 e la bella prova dei calciatori. Oltre al torrone, al Torrazzo e alle tettazze c’è questo filone sportivo che va applaudito cominciando dal BROTTO che ha denudato Treviso.
7 A BASSANI e al mago BARGNANI se davvero aiuteranno GHERARDINI a rendere la LEGA migliore. Sono due bei recuperi per il grande basket, ora lasciamoli lavorare.
6 A NAPOLI e TRIESTE che nella stessa giornata si sono tolte dalla spalla l’idea di aver sbagliato tutto costruendo nuove squadre. Siamo felici per MAGRO e GONZALEZ.
5 A MILANI, stupendo regista della VITA va COSÌ, se non riuscirà ad ispirare anche il mondo dello sport incitandolo a combattere contro chi vorrebbe soltanto speculare, magari abbattendo San Siro o il Maracanà come hanno già deciso i brasiliani.
4 A GEPPY CUCCIARI, discreto passato da cestista, se si farà cacciare da SPLENDIDA CORNICE perché dice troppe verità. Come tifosa di SASSARI potrebbe anche essere irritata, ma come artista si porti in trincea anche il BULLERI sfinito e resista il più possibile.
3 Al GALBIATI che a VITORIA non riesce proprio a trovare un rimedio per cambiare troppe sconfitte di corto muso. Speravamo che fra i BASCHI trovasse lealtà e giocatori motivati. Non sembra, purtroppo.
2 A VARESE un gradino sopra lo sprofondo rosso di UDINE, TREVISO e SASSARI soffocate da un tragico 0 su 4 in classifica. Forse non basta intervenire sul mercato, c’è qualcosa dentro che non va.
1 Anche a CANTÙ sono in gramaglie perché la squadra che sembrava risanata dopo il primo bagno nell’acido adesso torna a sfuggire dalle mani di BRIENZA. Non diteci che volete inaugurare il nuovo palazzo in A2.
0 Ai CREDULONI convinti che l’arrivo della NBA potrebbe davvero salvare la capra dell’Eurolega e i cavoli delle federazioni. Dopo gli ultimi arresti, lo sgomento di chi dirige il basket oltre Oceano, forse bisognerà cominciare a riflettere e magari investigare già oggi su troppi giocatori, professionisti per caso o per dispetto, se in sala scommesse hanno buone referenze.


