Basket
Cotelli a valanga
Oscar Eleni 13/10/2025

Oscar Eleni a cavallo della megattera che ci fa riposare su una delle cinque isole “create” sugli oceani con i rifiuti di plastica. Meglio allontanarsi dalle visioni e dalla saggezza, applaudendo sempre Velasco anche se il suo mantra sull’accettazione dell’errore che aiuta a vincere ci rende ancora più tristi. Eh sì, perché chi manipola il mondo e frigge tutti sembra campare proprio su questi errori per prendersi tutto o quasi. Succede che diventi ministro e poi straparli per le gite ai campi di sterminio, succede che ci si vanti di essere protagonisti nella tempesta di Gaza il giorno stesso che hai fatto un bonifico per vendere armi. Sull’errore, purtroppo, vivono e campano tanti presidenti federali che vorrebbero andare ben oltre il terzo mandato.
Non parliamo di chi vorrebbe abbattere San Siro e degli allenatori che si sono illusi di poter trovare il successo non prendendo mai per il collo chi spara la palla in faccia invece di passarla come si deve. Certo che Velasco ha ragione, ha cambiato il modo di vedere le cose nella grande arena, ha cancellato l’alibi, il vittimismo, però con questo invito ad accettare l’errore per avere aiuto nella ricerca della vittoria ci fa venire in mente un giochetto di Bertolt Brecht con i creduloni convinti che i giudici non sono corruttibili perché non accetterebbero nessuna somma per decidere secondo giustizia.
Meglio sdraiarsi fra la plastica buttata in mare e sognare sulla nuvola di Mattia Furlani, il nostro giovane campione del salto in lungo che odia la sabbia, perché vorremmo davvero esserci quando andrà oltre il record del mondo proprio come quel giorno a Tokyo in cui Powell batteva il record di Beamon e Carl Lewis. Ci piace questo guascone de noantri, ci dà speranza.
La stessa speranza che, invece, ci manca mentre guardiamo le prime settimane del basket italiano fra campionato e coppe. Troppa panna acida da mangiare, troppi allenatori ostaggio di ex della NBA che vorrebbero darci lezioni giocando da soli, e che adesso, dopo quello che hanno fatto i giocatori della Stella Rossa, sarà difficile convincere i presidenti sbruffoni che accettare l’errore aiuta a vincere. Eh sì, in Eurolega hanno scoperto che se sai odiare il tuo allenatore lo puoi far cacciare, dimostrando che senza di lui sei capace di vincere, di fare imprese.
Certo il Fenerbahce campione ha fatto di tutto per rendere meno stabile la posizione del mai contento Jasikevicius e qui entrano in campo gli allenatori della mente per capire chi ha accettato meglio l’errore. Per fortuna la teoria Velasco alla ricerca dell’anima, cercando di capire i suoi campioni o campionesse anche cercando nella musica che ascoltano, arrivando fino ad accettare l’errore per aiutare tutti a vincere, ha funzionato in Baskonia dove il caro Galbiati ha perso di pochissimo le prime tre in Eurolega e poi, finalmente, ha trovato la felicità alla Buesa Arena impalando il Real Madrid come avrebbe meritato di fare il Vertemati geniale di Udine, neopromossa, che darà a Banchi un grande assistente allenatore, nella volata supplementare contro la Virtus “salvata” dallo stesso Edwards che a volte ci sembra troppo goloso per garantire lo sviluppo di un vero gioco di squadra come sognava Ivanovic.
Aspettando che anche Cantù abbia il suo bel palazzo in centro, applaudendo Fioretti che nella cittadella sportiva inventata a Tortona da un grande dirigente ha festeggiato il primo posto in classifica condiviso con l’altro esordiente Cotelli che ci prova con la valanga bresciana imitando il compianto Mario inventore della valanga azzurra dello sci, scivoliamo verso la zona dei pensieri inutili mentre ascoltiamo le preghiere di chi ancora non è convinto che si possa avere pace discutendo senza avere al tavolo le parti interessate, tremando all’idea di vedere il mondo sotto il fungo atomico per capire chi lo ha più lungo fra i bulli in commedia dall’Ucraina a Washington, da Tel Aviv a Gaza per finire sulla piazza di Mosca che potrebbe diventare davvero rossa, ma non per ricordare.
Meglio fare una sosta sotto le tribune dove hanno messo lo striscione ”no al protocollo”, per capire se anche nello sport la pace è impossibile come dimostrano i pestaggi a tutti i livelli fra ultras e gente di mondo, magari la stessa che fa trovare nella Capitale un bel carico di oltre 20 chili chiamato sballo della cocaina. Dopo avervi sfiancato andiamo alle pagelle del basket felici che i nostri pattinatori dello short track abbiano iniziato bene il loro viaggio come Ceccon che, finalmente, è tornato a nuotare bene, uscendo con una bella intervista in rosa, dalla sua timidezza e chiarendo tutto a chi pensava che il giusto discorso sulla differenza premi fra tennis o magari il golf e le briciole che consolano i campioni del nuoto o dell’atletica, fosse soltanto per invidia.
10 A COTELLI nel nome di Brescia e FIORETTI per il gonfalone di Tortona seduti in testa alla classifica con IVANOVIC che invece fatica ad essere contento di una Virtus sculacciata che, come dice Bonaga, sembra soffocata da troppi giocatori che al Pavaglione dicono siano tristi, non per infelicità interiore, ma per incapacità esteriore.
9 Al GALBIATI che col BASKONIA ha resistito alle tre sconfitte sul filo in Eurolega andando a prendersi lo scalpo del maestro SCARIOLO dove in campionato battendo il REAL quasi più confuso del FENER del MELLI sparito contro i ribelli della Stella ROSSA che passano nelle mani dell’OBRADOVIC più giovane già scottato dalle bizze dei masnadieri di MONTE CARLO che a hanno appena fatto piangere MILANO.
8 A Roberto ALLIEVI che si è goduto la prima vittoria della nuova Cantù nel dorato esilio di Desio fra farfalle in fiore. Presto sarà inaugurato il palazzo gioiello nel centro, fra mobili geniali, un bel campo anche per il tre contro tre che magari sarà inaugurato da Marzorati e Recalcati che potrebbero sfidare anche oggi qualche bel giovanotto della serie A dove si parla soltanto inglese.
7 A CREMONA, perché nella stessa giornata dove la squadra di serie A1, con il giovane CASARIN che dimostra di avere cuore e anche talento, manda all’inferno SASSARI che era a più 15, anche la gloriosa JUVI in A2 ha vinto di 1 sul campo di Roseto.
6 Al REPESA che non rinuncia alle inguardabili canottiere sotto la bella camicia color del parquet perché TRAPANI, come aveva promesso il focoso presidente, renderà la vita dura a tutti sul suo legno bianco, un mare dove intanto è stato azzerata la penalizzazione in classifica.
5 Al BORTOLANI che a Cantù ha ritrovato il piacere di stare in campo, di tirare come sa, nella speranza che Brienza gli trovi il ruolo più giusto, perché ricordare a tutti l’imbalsamazione classica del periodo ARMANI disturba il Messina che in settimana avrebbe bisogno di altre tre vittorie lontano dal FORUM per far capire che con POETA va tutto bene e con la squadra dimezzata tutti danno davvero il massimo.
4 A CAPOBIANCO, che sicuramente merita tutti gli elogi per come ha lavorato con la femminile, per quello che ha fatto in carriera, se sostituendo il dimissionario Messina alla guida del settore allenatori dovesse dimenticarsi di ricordare a tutti che il lavoro in palestra è meglio di tante ore al video o al bar con i giornalisti, i pochi che ancora si occupano del problema come direbbe SPINETTI.
3 Alla SASSARI che dopo il bagno nella prima giornata è riuscita a sprecare anche un più 15 sul campo di Cremona mettendo nei guai BULLERI che meriterebbe di avere giocatori meno presuntuosi.
2 Ad A’ja WILSON, fenomeno delle ragazze vincenti di LAS VEGAS, perché vedendola danzare fra i canestri segnando, stoppando, passando bene anche ala palla ci ha fatto dubitare che il basket femminile sia mano gradevole di quello maschile.
1 All’EUROLEGA, alla FIBA, a tutti quelli che vorrebbero la NBA dentro il cuore del basket che si vive e si gioca nel Vecchio Continente perché non è da colonizzati che andremo oltre certi liniti come invece dimostra, ad esempio, il fenomeno GERMANIA.
0 Alla LEGA basket perché dopo averci dato la meraviglia di un canale per vedere tutte le partite di serie A1 non ha ancor pensato ad una bella trasmissione tipo basket minuto per minuto. Vero che gli orari differenziati permetterebbero di vedere quasi tutto, ma è anche vero che le redazioni impazziscono aspettando l’ultimo risultato fra domenica sera e il lunedì dei barbieri.
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