Basket

Così è la vita

Oscar Eleni 30/04/2011

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di Oscar Eleni
I nemici di Peterson, le referenze di Boniciolli e il momento in cui fare sul serio.

Ridere con Aldo, Giovanni e Giacomo, artisti per ogni tipo di anima, che vengono incontro ai nostri pensieri balordi in una replica del film “Così è la vita”. Il poliziotto Giacomo vessato da una famiglia infame, l’inventore Giovanni torturato da una moglie infedele, il truffatore Aldo che cambia la loro vita sequestrandoli. Ci siamo divertiti a far rimbalzare gli stessi concetti sul nostro campo di basket e abbiamo trovato sollievo. Difendere allenatori tipo Peterson che sono sul miglio verde è sbagliato: lui prende le parti della proprietà, vede nemici al di fuori, non si chiede il motivo di certi risvegli, pensa che tutti vogliano giocare contro di lui la partita della vita. Forse è vero, ma lo fanno anche contro Siena e spessissimo contro Cantù o la Virtus, prendete mezza di Roma e mezza di Bologna e avrete il panino giusto. La stessa cosa potrebbe pensare Carlo Recalcati ex commissario tecnico giubilato a furor di popolo e in quel popolo c’erano tanti suoi colleghi. Così è la vita. Ti batti per quelle che pensi siano cause giuste e ti prendi indietro il piatto vuoto, senza mancia, con insulti.
Sequestrati dalla sicumera di chi pensa di aver inventato tutto, ci sono tipi che dopo cento fallimenti vanno in giro ad insegnare come si costruisce un gruppo, una squadra. Così è la vita direbbe Boniciolli che è stato preso a calci a Bologna, ultima coppa europea vinta dall’Italia, a Roma, curata nell’anima, impossibile da guarire nel gioco dell’egoismo, Udine, mai così in alto dai tempi del paron Rino, che ha dovuto inventarsi una scusa banale, i figli, la famiglia, per andarsene da Avellino dove aveva dato l’unico trofeo: adesso lo prendono in giro perché va a cercare una babele culturale in Kazakistan.
Non se ne può più, proprio adesso che viene il bello in Europa, nel campionato e avremo molti allenatori che si chiederanno se deve essere così la loro vita quando scopriranno che perdendo hanno perso tutto e vincendo non hanno vinto ancora nulla da Montegranaro a Caserta e Brindisi, da Cantù a Sassari, da Cremona a Bologna passando per Milano, Varese, Treviso, Pesaro,Teramo e Biella. Rasoi a cinque lame e badate bene che noi saremmo anche favorevoli a campionati senza retrocessioni, ma come dicono i tre italiani eliminati nella NBA nei playoff tutto cambia, diventa così serio che fremi nell’attesa del primo bacio mortale.
Oscar Eleni

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