Attualità

Corallo o Burioni?

Indiscreto 20/11/2018

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Un modesto lettore di giornali sa chi sia Roberto Burioni: è il virologo del San Raffaele che da qualche tempo è diventato bersaglio dei Cinque Stelle (o i Cinque Stelle sono diventati il suo bersaglio?) in quanto sostenitore, ovviamente fra i tanti che lo sono, dell’obbligo delle vaccinazioni per i bambini ma soprattutto, sintetizziamo, del fatto che che di medicina dovrebbe parlare soltanto chi ha studiato medicina. Oltre che con i contenuti Burioni è diventato a suo modo un personaggio mediatico anche per i modi diretti, con cui nella sostanza dà dell’ignorante a chiunque lo contraddica. Solo un attentissimo lettore o un fanatico di politica invece conosceva Dario Corallo fino a qualche giorno fa: si tratta di uno dei candidati alla segreteria del PD, meno famoso di Minniti o Zingaretti ma sicuramente più giovane, il cui programma ha come punto centrale quello di far recuperare al PD le classi popolari o comunque di non farsi più identificare come il partito della borghesia (auguri, visto che il popolo è di destra).

All’Assemblea Nazionale Corallo ha osato l’inosabile: prendere Burioni, emblema della ‘ragione’ del PD contro l’oscurantismo dei populisti, come emblema anche di un certo atteggiamento spocchioso che eletti e molti elettori del PD hanno nei confronti delle masse: “Abbiamo umiliato l’elettorato come un Burioni qualsiasi che si diverte a bulleggiare chi invece con le proprie parole ha espresso semplicemente un dubbio”. Pronta la risposta di Burioni, contento di non essersi candidato con il Partito Democratico, che ha ribadito in maniera un po’ retorica di parlare con la voce della scienza e della medicina. Controreplica di Corallo, che di sicuro con questa storia ha acquisito visibilità, e canea social con il tema vaccini a tornare centrale come se Corallo avesse parlato di quello e non invece di un modo di porsi nei confronti delle persone alle quali poi chiedi il voto.

Il ‘Di qua o di là’ è quindi politico nel senso più alto, ce la tiriamo un po’. Andare incontro al popolo, in qualche modo accettando i suoi dubbi e le sue convinzioni? Oppure andare avanti con la propria linea, a livello di contenuti e comportamenti, a costo di perdere voti? L’aspetto surreale della vicenda è che quasi tutti gli italiani comprendono l’importanza dei vaccini, quindi questo è proprio un caso in cui fra popolo ed élites c’è poca differenza. Senza contare il fatto è che quello su Burioni era solo un esempio, fatto con l’obbiettivo di criticare il pensiero unico del PD sui ‘mercati’ e su tante altre cose, non certo con quello di riaprire la discussione sui vaccini. La domanda però rimane e non riguarda solo il PD ma qualsiasi modo di porsi nei confronti del pubblico: da parte di un attore, di un cantante, di un giornalista, di un’azienda. Corallo o Burioni?

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