Basket

Com’è triste Venezia

Stefano Olivari 24/09/2011

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di Stefano Olivari
La risposta del basket italiano al fallimento europeo è stata ferma e inequivocabile: serie A a 17 squadre, con calendari stravolti a meno di due settimane dall’inizio del campionato, grazie alla assurda decisione dell’Alta Corte del Coni che ha rimesso in pista la Reyer Venezia per una questione formale che più formale non si può.
Sintesi: nello scorso maggio i termini per comunicare la volontà di usufruire della cosiddetta wild card (in pratica: la penultima di A poteva evitare la retrocessione pagando 500mila euro) erano stati anticipati di una settimana, mentre i termini di pagamento (entro 10 giorni dalla comunicazione) erano stati lasciati sul vago. Teramo, cioè la penultima della situazione, aveva chiesto alla Lega e alla federazione se i termini del pagamento sarebbero rimasti immutati, cioè 10 giorni dopo la vecchia data limite del 30 maggio. Sia Lega che FIP avevano risposto affermativamente: la data della comunicazione era anticipata, ma quella del pagamento no. I soldi sono quindi stati versati il 10 giugno. Solo che a questo punto la Reyer si è svegliata e in maniera pretestuosa ha preteso di essere reintegrata. Risparmiamo i vari gradi di giudizio, che avevano dato ragione prima a Venezia e poi a Teramo, per arrivare ai giorni nostri. Con la federazione che ha dovuto prendere e portare a casa questa sentenza, optando per il male minore delle 17 squadre. Figura meschina per Venezia, che non ha una squadra attrezzata per la A e nemmeno un campo a norma. Figura solita per la serie A, che sogna Bryant part time ed esulta per qualche settimana di esibizioni di Gallinari. Mezza figura anche per Meneghin, che non può andare contro il CONI (Petrucci è il suo grande sponsor) nemmeno a parole. Unico aspetto positivo della vicenda la fine dell’era di questo ‘premio di risultato’, da quest’anno chi retrocede (una squadra sola, due dalla prossima stagione) non può salvarsi pagando. E quindi? Speriamo che il lockout NBA duri poco.


stefano@indiscreto.it
(24 settembre 2011)

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