Attualità
Ci vediamo su Substack
Stefano Olivari 11/12/2025

Ci siamo. Come più volte, davvero troppe, annunciato Indiscreto in questa versione finisce qui. Rimarrà online fino al 31 dicembre, prima di scomparire e di reincarnarsi nella sua versione Substack che in molti già conoscono. Il link è indiscreto.substack.com e presto punteremo lì anche uno dei nostri domini (indiscreto.net o indiscreto.info) in modo che sia ancora più facile da ricordare. Da mercoledì 7 gennaio 2026 scriveremo quindi soltanto sul nuovo Indiscreto, dove caricheremo anche i migliori, a nostro giudizio, articoli del passato, fra gli oltre 20.000 che in questo momento risultano salvati. Le ragioni di questo grande cambiamento, il quarto in 25 anni di vita, sono diverse e visto il nostro amore per la sintesi facciamo un piccolo elenco.
Soldi. Lo diciamo onestamente: con qualche decennio di ritardo ci siamo stancati di scrivere gratis, oltretutto su un sito strapieno di pubblicità e marchette che a malapena coprono i costi tecnici. Meglio farlo su un sito pulito, lasciando gratis qualche articolo, e mettendo a pagamento tutto il resto, tipicamente i nostri libri già scritti, quelli in corso d’opera e le cose che necessitano di più lavoro. Nessuno si abbonerà? Vorrà dire che il nostro lavoro vale zero e che dovremo farcene una ragione: il mitico ‘mercato’ vale anche per noi, non soltanto per gli altri. In pochi si abboneranno? Saremo ancora più motivati nello scrivere per quei pochi. In tanti si abboneranno? Scriveremo soltanto su Indiscreto, dodici ore al giorno, e coinvolgeremo persone supercompetenti, pagandole come meritano.
Contenuti. In un sito basato sulla pubblicità è inevitabile la tentazione di scrivere in base ai trend di Google e non in base a ciò che si conosce: ecco, almeno su Indiscreto non vogliamo farlo più. Meglio scrivere zero righe che scrivere perché ‘si deve’, perché ‘tutti lo fanno’. Meglio analizzare un particolare che ci colpisce che ribadire l’ovvio in bella copia. Meglio trovare una chiave di lettura sgradevole o disturbante che non proporre chiavi di lettura. Questo non significa che faremo gli intellettuali frustrati, visto che le materie che sentiamo dentro rimarranno sport, economia, scommesse, media, anni Ottanta, Milano. Niente nicchia, quindi.
Concorrenza – È evidente a tutti, tranne che a noi fino a qualche mese fa, la stupidità di fare concorrenza a realtà editoriali strutturate e piene di cose interessanti. Stupidità perché questa concorrenza è fatta da un singolo e da alcuni collaboratori. La forma ‘sito’ deve avere una logica indistriale, nel bene e nel male, quella blog può invece funzionare benissimo per gli artigiani.
Personalizzazione – In una marea di contenuti indistinguibili ci piace scrivere in prima persona di cose che che vediamo con i nostri occhi ma che consideriamo di interesse generale, o comunque meritevoli di una discussione. Su un sito non si può fare, anche se il sito è nostro.
Pubblicità – Non siamo contro la pubblicità, ma crediamo che in ogni attività debba essere un di più e non la base di tutto. Se no, a ogni livello, ci si riduce a fare i criceti sulla ruota: la citazione di Maria Yaremchuk è doverosa.
Novità. Ogni tanto sentiamo il bisogno di cambiare qualcosa, a costo di fare una cazzata.
Concludendo, l’unica cosa che cambierà dal punto di vista di un lettore che non abbia intenzione di abbonarsi sono i Muri, a partire da quello amatissimo del calcio. Su Substack funzionano bene i commenti agli articoli, ma i Muri di commenti come li intendiamo tutti noi non sono il massimo. Li proporremo lo stesso, o magari li metteremo su Facebook, in ogni caso accettiamo suggerimenti. Non ci abbiamo mai guadagnato niente, anzi spesso ci hanno procurato danni, ma sarebbe un dispiacere rinunciare al nostro bar virtuale. In ogni caso abbiamo tante idee, non è detto che riusciremo a metterle in pratica sul nuovo Indiscreto ma di sicuro ci proveremo. Grazie.
stefano@indiscreto.net


