Calcio

Capello e i cani

Stefano Olivari 14/11/2023

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Cinquanta anni fa, come tutti sanno, l’Italia vinceva a Wembley per la prima volta nella sua storia con quel memorabile gol di Capello, che più volte in questi giorni è stato rievocato. Non possiamo inventarci aneddoti personali perché il 14 novembre 1973 avevamo 6 anni ed eravamo davanti al Programma Nazionale, l’odierna Rai 1, come milioni di altri italiani. E poi perché la nostra mente è così malata che la nostalgia non riguarda tanto l’Italia di Valcareggi, che peraltro in quel 1973 fu ottima (batté in amichevole anche il Brasile di Zagallo, senza Pelé ma con molti degli altri campioni in Messico) senza lasciar presagire il cattivo Mondiale dell’anno dopo, ma la pista dei Greyhounds che si vede nelle immagini d’epoca.

Sì, la pista per le corse dei cani dove una ludopatia superiore a quella di Fagioli e Tonali messi insieme (ma loro hanno il certificato medico) ci ha spinto a scommettere tutte le volte in cui siamo stati a Londra negli anni Novanta, almeno fino al 1998 quando la pista è stata chiusa, qualche anno prima della demolizione per far posto al nuovo Wembley. Un ambiente divinamente squallido, con l’età media dei frequentatori molto simile a quella degli ippodromi italiani di oggi, un ambiente in cui stavamo benissimo.

Lo studio attento del Racing Post, i nostri cani seguiti con il cuore in gola in quei pochi secondi (una trentina quando si correva sulle 525 yard, poi c’erano gare anche su distanze superiori, di solito 700) di corsa, le bestemmie o qualcosa che non capivamo di quei vecchi, il cibo pesantissimo, i nomi inglesissimi delle varie corse (Trafalgar Cup, Blue Riband, St. Leger, Coronation Stakes) lungo quella magica pista di sabbia intorno al campo da calcio. Meraviglia, anche se i tempi d’oro dei Greyhounds erano passati da tanto.

Non da tantissimo, visto che nel 1966 Francia-Uruguay del Mondiale era stata trasferita a White City perché i proprietari di Wembley non volevano cancellare una riunione importante di corse di cani. White City, altro posto di culto dei Greyhounds, molto più di Wembley, ma che (demolito nel 1985) non abbiamo fatto in tempo a vedere di persona. Bei tempi, comunque, anche se poi ci saremmo vergognati per lo sfruttamento di quei cani.

stefano@indiscreto.net

 

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