Economia

Campari compra Picon

Indiscreto 12/05/2022

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Fra le mille notizie di acquisizioni degli ultimi giorni non ci è sfuggita quella di Campari che ha comprato Picon, pagando 119 milioni di euro a Diageo. Niente che interessasse a noi come investitori-parco buoi, ma un pretesto per parlare di un aperitivo buonissimo, quasi un culto in Francia e in parte anche in Belgio (noi la prima volta lo abbiamo bevuto in Svizzera), che stranamente nessuno ha mai provato a lanciare in Italia.

Non che sia impossibile da trovare,  a volte lo compriamo anche su Amazon (una bottiglia di Picon Bière costa sui 27 euro), ma certo non è molto citato. Il Picon è a base di scorze di arancia e di varie erbe (genziana, corteccia di china), ed è presente (Picon Club) in diversi cocktail, ma il modo più tradizionale di gustarlo è mescolato alla birra (in questo caso il prodotto è il Picon Bière). Non ci addentriamo nelle varianti, anche statunitensi, di questo liquore francese, e pensando anche al marchio Campari andiamo subito alla nostra domanda davvero da bar: come si prepara un giusto Picon Bière?

Il rapporto fra birra e liquore non è qualcosa di scientificamente fissato, quindi valgono i gusti: a noi piace sentire forte l’aroma di arancia e quindi mettiamo 5 centilitri di Picon (un barman vero vi dirà 3, forse perché ambisce a darci un paio di bicchieri) ogni mezzo litro di birra bionda (preferibilmente Pilsner, ma anche qui dipende dai gusti), andando spesso contro quelli che se ne intendono. Perché il Picon Bière è in Francia di solito un aperitivo, un’alternativa al cattivissimo Pastis, mentre noi lo riteniamo perfetto per il dopocena in alternanza con il Braulio.

info@indiscreto.net

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