Attualità

Auto, smartphone e vestiti: se anche Apple punta sul vintage

Indiscreto 14/02/2019

article-post

In Italia il mercato dell’usato affascina da sempre ogni classe sociale, per scelta o necessità. Questo da ben prima che il vintage diventasse una moda e quasi un settore dell’economia a sé stante, con suoi luoghi e mercati di culto, con tanti cantori e nessun detrattore. Il ‘nuovo’ non è insomma mai stato un valore assoluto, nemmeno ai nostri tempi, anche se oggi la tendenza si è accentuata. Quello dell’usato risulta dunque un settore che, per motivi diversi, continua a crescere, trainato dalle auto e dai vestiti, come potevamo immaginare anche senza leggere i dati, ma anche dagli smartphone, e questo è già meno intuitivo perché non conosciamo nessuno, nemmeno fra chi è in difficoltà, che abbia comprato uno smartphone di seconda mano.

Iniziamo dalle auto, ormai fra i principali argomenti di discussione su Indiscreto, come è logico per un sito al 99% frequentato da uomini. I dati di settore relativi al mercato delle auto usate riportano un incremento dei passaggi di proprietà pari al +7,4% a gennaio del 2019, per un totale di 187 unità ogni 100 auto nuove vendute. Sono soprattutto le auto a benzina ad aver goduto di questo periodo positivo (+3%), a fronte di un calo dei passaggi di proprietà per le vetture diesel. Il boom è dovuto anche alla facilità di accesso a questo mercato garantita da Internet: sempre più persone, infatti, si affidano a portali online per cercare auto usate a buon prezzo. Altri continuano invece a recarsi presso i concessionari fisici, ma alla fine il risultato è sempre lo stesso: le macchine usate continuano ad essere in cima alle preferenze degli italiani. Va detto che per l’auto nuova siamo ancora legati psicologicamente al mito del concessionario, mentre per quella usata il web merita almeno un’occhiata.

Quando si parla di usato è impossibile non citare il settore moda e il fascino dei vestiti vintage, non fosse altro che perché le tendenze tornano ciclicamente e si ha da anni la sensazione che anche le nuove collezioni riciclino idee vecchie. Chiaramente l’attenzione degli italiani in questo caso va ai classici mercatini che è possibile trovare in tutte le città italiane, diventati ormai la fonte primaria per reperire vestiti tornati improvvisamente di moda. A Milano, ad esempio, ha grandissimo successo l’East Market di via Mecenate, periferia Est della città, dove oltre ai vestiti si possono trovare dischi, libri, giocattoli, mobili, eccetera di seconda mano. Tutte cose che nella versione vintage subiscono dall’online una concorrenza relativa, al contrario del nuovo.

Un altro mercato florido, per quanto riguarda l’usato, è quello degli smartphone e dei cellulari. Oggi il canale fra i privati non è l’unico battuto per acquistare uno smartphone di seconda mano: la Apple, infatti, ha deciso di concedere in prima persona la possibilità di avere un iPhone usato anche agli utenti italiani. La società di Cupertino di recente ha aperto alla vendita degli iPhone ricondizionati accompagnati da un anno di garanzia e da accessori nuovi, e si stima che questo possa portare agli utenti un risparmio medio intorno ai 150 euro per modello. Un segnale di salute e di fiducia nel futuro? Mah… Di sicuro una buona idea ma, ripetiamo (e lo ripetiamo da fedeli del mondo Apple), continuiamo a pensare che il nostro iPhone debba nella vita avere avuto solo noi come padroni (o servi).

Conclusione? Il boom del vintage, a ogni livello, non dipende solo da mancanza di risorse o da fighettismo, ma da uno stile di vita che si sta avviando ad essere prevalente. Una buona notizia per l’ambiente, ma forse un po’ meno per l’industria (stiamo parlando di oggetti, prodotti, cose vere) e quindi l’economia, in cui magari vorrebbero inserirsi come lavoratori alcuni dei frequentatori dei citati mercatini. Come in altre commedie, insomma, recitiamo più parti e non è detto che quella del cliente sia quella che ci convenga di più.

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Ci vediamo su Substack

    Ci siamo. Come più volte, davvero troppe, annunciato Indiscreto in questa versione finisce qui. Rimarrà online fino al 31 dicembre, prima di scomparire e di reincarnarsi nella sua versione Substack che in molti già conoscono. Il link è indiscreto.substack.com e presto punteremo lì anche uno dei nostri domini (indiscreto.net o indiscreto.info) in modo che sia […]

  • preview

    L’invenzione del nemico

    Mentre scriviamo queste righe, Daniele Capezzone (inutile dirvi chi sia o copincollare la solita Wikipedia) siede già alla scrivania di direttore del quotidiano romano Il Tempo al posto di Tommaso Cerno (passato nel frattempo a Il Giornale). All’incirca una settimana fa, quando ci siamo sentiti e confrontati sul suo nuovo libro dallo sferzante titolo Trumpisti […]

  • preview

    Gli al posto di Le

    Il 70% degli italiani scrive e parla male l’italiano, secondo una ricerca di Libreriamo che abbiamo scoperto sul sito di Prima Comunicazione: come al solito invitiamo a leggere l’articolo originale e andiamo direttamente al punto, noi popolo del Qual è (lo scriviamo correttamente, ma dobbiamo sempre pensarci una frazione di secondo: comunque si scrive senza […]