Calcio
Autocensura da barzelletta
Stefano Olivari 27/04/2011
Perché i giornalisti non scrivono tutto quello che sanno, anche quelli che non si occupano di segreti militari o complotti internazionali? La risposta buonista è che nascondendo notizie leggere non vogliano rovinare rapporti con chi fornisce loro notizie pesanti. Quella cattivista è che in questo mestiere, così come in molti altri, la carriera ma anche la semplice sopravvivenza sono assicurate solo dall’evitare grane, opinioni, reazioni, reputazione di piantagrane. Lo spunto per questa profonda riflessione viene dal Berlusconi notturno, qualche settimana fa dopo la vittoria nel derby.
Fuori dal ristorante di Seedorf il presidente del Milan ha raccontato una barzelletta delle sue, nemmeno fra le più divertenti (anzi), rendendosi subito conto che non avrebbe migliorato la sua immagine e invitando i cronisti (sportivi) al seguito a non riportarla. Così è avvenuto, peccato che un video proposto ad Anno Zero abbia mostrato l’accaduto e che un articolo del Fatto Quotidiano ne abbia ricostruito i retroscena. Poco da aggiungere, se non che il vero problema non siano i cronisti (è ovvio che non possano prendere posizione, alcuni sono anche precari) ma i capi anche loro dribblatori di rogne e gli opinionisti: non è possibile, limitandosi allo sport, che il colpevole di tutto sia l’allenatore e che il calciatore famoso possa essere criticato solo quando parte (a proposito, già avviata l’operazione ‘zingaro traditore’ per non pagare 24 milioni al Barcellona). Di questo episodio riguardante Berlusconi si è parlato solo perchè è stato funzionale a un discorso politico (la sua morte farà fallire mezza editoria italiana), fossero stati al suo posto Moratti o Andrea Agnelli non avremmo visto nemmeno il video ‘pirata’. La morale? Non c’è.
stefano@indiscreto.it