Calcio

Agnelli peggio di Pirlo

Indiscreto 10/03/2021

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La Juventus è stata eliminata negli ottavi di finale di Champions League da un Porto in cui Sergio Conceiçao ha mescolato buoni giocatori (Corona e Otavio, ieri solo discreti), giocatori esperti (Pepe, Marchesin, lo stesso Sergio Oliveira) ed autentici scappati di casa. Un fallimento totale, visto che questa Juventus era uno dei sei o sette club con il biglietto in mano per vincere la Champions e questo Porto di sicuro no. Il fallimento di Andrea Agnelli, prima ancora che di un Andrea Pirlo del quale il popolo, anche giornalistico, bue chiede l’esonero perché la folla vuole il sangue.

La colpa di Andrea Agnelli è quella di avere dato un’ottima rosa, con qualche operazione inspiegabile (Ramsey, Rabiot, lo stesso McKennie che ha bloccato la cocummella di Suarez: tutta gente da Udinese o da Bologna) ma anche piena di eccellenti giovani già oltre il livello delle promesse (da De Ligt a Chiesa, da Kulusevski a Demiral), a uno che non era aveva mai allenato nemmeno in scapoli-ammogliati. Una scommessa, certo, perché un ex campione può essere un buon allenatore e magari Pirlo lo diventerà anche, ma una scommessa persa. Come se la Mercedes scegliesse come prima guida un neopatentato e non Hamilton: può vincere perché la macchina conta più del pilota, ma il rischio è altissimo.

Non si può dire che Pirlo finora sia stato un cane, perché anche nel 2020-21 ci sono state partite dai bianconeri ben giocate, ma certo la sua Juventus non ha mai avuto un’identità tattica e i tanti moduli provati alla fine sono stati accantonati per un 4-4-2 da compitino, zavorrato contro il Porto dai peggiori Morata e Cristiano Ronaldo dell’anno, che però fino all’altro ieri erano al confine della statua equestre: uno il grande ritorno e l’altro che un giorno sì e l’altro pure superava Pelé, Maradona, Messi, Holly e Mark Lenders.

Non siamo però così sicuri del suo esonero, che per qualunque allenatore della Juventus senza scudetto sarebbe stato scontato, visto che Agnelli su di lui ha investito molta della sua credibilità. Anzi, insistere su di lui e su una squadra ancora più giovane porterebbe a buone critiche (al di là del controllare in varie forme tutti i media) e magari anche a un nuovo ciclo in Serie A, viste le situazioni societarie della concorrenza. Agnelli non si può esonerare, ovviamente, ma forse non può esonerare nemmeno Pirlo. Per adesso seghe a due mani in casa Allegri e in casa Sarri.

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