Economia

La porti un affitto a Firenze

Stefano Olivari 20/12/2023

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Nel 2024 Firenze sarà la città italiana in cui nella media affittare una casa costerà più caro, mentre Milano rimarrà la città più cara per chi vuole comprare. Sono le previsioni di Immobiliare.it Insights, che abbiamo letto su Milano Finanza, secondo cui a Firenze la media sarà di 29 euro mensili al metro quadrato, un clamoroso aumento rispetto ai 24,5 odierni, mentre a Milano con 25 euro l’aumento sarà più contenuto rispetto ai 24,7 del 2023. Non ci mettiamo a copiare tabelle, sintetizziamo ciò che abbiamo capito: i prezzi delle case sono insostenibili per la classe media, come è noto anche ai sassi, ma chi si muove per lavoro, studio o turismo deve pur vivere da qualche parte.

Troviamo molto significativo che sia gli affitti (tolto il caso Firenze) sia i prezzi di acquisto avranno aumenti risibili in tutta Italia, dall’1 al 2%, fatte eccezione per quelle poche zone di quelle poche città che rispondono a logiche non prevedibili, derivanti da soldi di investitori esteri o di mafiosi. Questo significa che i prezzi degli immobili normali hanno raggiunto il top e che quindi sia il momento di vendere, per chi li ha come investimento? Siamo portati a rispondere di sì, guardando le varie tabelle che mettono in correlazione redditi e anni necessari per comprare una casa nelle singole città.

Secondo questa statistica, che non è basata su congetture ma sulle dichiarazioni dei redditi, sui risparmi medi e sui prezzi del presente, la città italiana in cui servono più anni per comprare una casa di 100 metri quadrati, in base al risparmio medio locale (chimiamolo anche quota del reddito destinabile ad un mutuo), è Bolzano con 63,1 anni davanti a Savona con 55,6 e Lucca con 51,3. Quarta e giù dal podio Milano con 50,3, mentre a Firenze si scende sotto il mezzo secolo con 49,3 e a Roma si può comprare questo agognato appartamento con ‘soltanto’ 43,7 anni di lavoro.

Conclusione? La solita: senza un’eredità o una donazione della famiglia nell’Italia di oggi è difficile comprare casa anche in provincia. Ma è difficile che si vada oltre i livelli attuali di prezzo, ed in termini reali è probabile anzi una diminuzione, come è logico che sia in un paese con 36 milioni di abitazioni, di cui circa 11 milioni non occupate, una volta avremmo detto sfitte. Il 30% degli immobili in Italia. Tutte zone depresse e/o soggette allo spopolamento? In parte, perché anche i dati delle città di passaggio fanno impressione: a Milano è sfitto quasi il 15% delle abitazioni, 109.404 secondo l’ISTAT. Al di fuori del segmento del lusso c’è quindi qualche conto che non torna, con buona pace dei media che continuano a suonare la grancassa per quelle poche città da Airbnb. Tutto questo per dire che siamo pronti  a sostenere qualsiasi gruppo paramilitare che combatta chi sostiene tesi del genere ‘Il turismo è il nostro petrolio’.

stefano@indiscreto.net

 

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