La positività di Conte

23 Ottobre 2020 di Indiscreto

Qual è il gioco di Antonio Conte? Non ci riferiamo al 3-5-2, con la variante del 3-4-1-2 quando vuole dimostrare che Eriksen non l’aveva chiesto lui, o al monoschema del pallone a Lukaku, e nemmeno ai risultati mediocri dell’Inter di inizio stagione, ma alla sua strategia nei confronti di Zhang e ormai, non da oggi, in quelli di Marotta. Poco fa, mentre lo ascoltavamo parlare in una breve conferenza stampa alla vigilia di Genoa-Inter, abbiamo avuto un flash.

Attentissimo nelle dichiarazioni e a non parlare dei singoli, anche perché se no gli si chiederebbe conto di Vidal e Kolarov, Conte sa di essere nel mirino e non vuole che la sua storia interista finisca in tribunale. Insomma, se vogliono Allegri (e lo vogliono ancora) basta esonerarlo nel modo classico. Così al posto dei vecchi messaggi sulla società assente e sulla rosa lacunosa via allo “Stiamo giocando un buon calcio, i risultati arriveranno” e a cose tipo “Il Liverpool di Klopp ci ha messo quattro anni per vincere”.

Dopo il famoso, quasi come Yalta, vertice di villa Bellini in molti erano convinti che Zhang avesse vinto, rinunciando alla tentazione della doppietta esonero-Allegri, togliendo a Conte qualsiasi idea di due anni di vacanza pagati dall’Inter più di 40 milioni. Evidentemente Conte, di testa sua o ben consigliato, da questa situazione ha saputo trarre il buono: se vincerà bene, quest’anno può accadere di tutto, se non vincerà dalla sua bocca non uscirà una sola parola che possa trascinarlo in tribunale. Ma questo Conte positivo, o fintamente positivo, e sedato non sembra per l’Inter un valore aggiunto più di quanto non lo sarebbero Zenga o Allegri.

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