L’addio di Totti ai cattivi

17 Giugno 2019 di Stefano Olivari

Francesco Totti ha dato l’addio alla Roma con una conferenza stampa piena di aspetti surreali (su tutti la diretta su Rai Due dal salone d’onore del CONI, quando si dimetterà Mattarella ci sarà meno enfasi) ma anche di passione, dolore, verità. Come ha detto Totti, la Roma non è stata solo detottizzata, ma anche deromanizzata ed il problema vero è questo.

Il grande cattivo, nominato il meno possibile, è Franco Baldini. Reo agli occhi di Totti di non vivere la realtà di Trigoria ma soprattutto di essere l’unica persona che Pallotta ascolti. Fra i buoni Fienga, Ranieri e pochi altri. Poche e fredde parole per Monchi che in teoria avrebbe dovuto insegnargli a fare il direttore tecnico.

Direttore tecnico. È questa la carica che Totti aveva concordato con Rosella Sensi ormai nella notte dei tempi è che presumeva di poter occupare dalla sera alla mattina, forte del suo passato da calciatore. Atteggiamento simile a quello di tante altre bandiere, che però un po’ non hanno studiato e un po’ sono state ritenute troppo ingombranti. Come Totti o il Jonathan E. di Rollerball, volendo esagerare, un altro che non si voleva ritirare. “Tutti passano, le bandiere rimangono” è la frase vagamente minacciosa con cui Totti ha fatto capire che qualsiasi lavoro vada a fare nei prossimi anni, starà lì ad aspettare (“Andrò in curva Sud con De Rossi“, una battuta o forse no) una nuova proprietà che inevitabilmente si presenterà con Totti biglietto da visita. Il Totti buono lascia quindi la Roma ai non romani cattivi? Perché questo è il messaggio passato… Vedremo fra qualche anno con chi si ripresenterà, non è che lo sceicco si commuova ricordando Chierico e Valigi. Qualcuno inizia a sparare il nome di Caltagirone, ma forse si tratta di Mark…

Ad alleggerire tutto un intervento di Enrico Lucci, che molti dei presenti (non solo i tanti embedded) avrebbero voluto prendere a schiaffi, ma questo non toglie che raramente si sia sentito tanto pathos in una conferenza stampa calcistica. “Mi hanno tenuto fuori da tutto”, ha ripetuto più volte Totti, spiegando in maniera anche abbastanza penosa la storia della settimana bianca prima del derby.

Ma al di là delle competenze di Totti, che fra le altre cose ha anche rivelato che l’unico allenatore da lui contattato è stato Conte (che si è comportato alla Conte, questo lo diciamo noi), è evidente che non stiamo facendo un discorso soltanto romano e romanista. Si può anche prescindere dalle bandiere, anzi se sono dannose a volte si deve, ma non deve mancare mai l’interesse personale, il massimo sarebbe il tifo, della proprietà nel far andare bene la squadra al di là di qualche speculazione immobiliare o di trading sui giocatori. Ecco, questo in Italia sta venendo meno club dopo club e non è un caso che la vera differenza della Juventus non sia la squadra (cambiandogli le maglie potrebbe essere il PSG o il Bayern, nessuno se ne accorgerebbe) ma Agnelli. Poi per motivi editoriali possiamo anche fingere che ad un calabrese-statunitense tifoso della Juventus batta il cuore per Firenze, ma la tesi è stravagante. Come del resto lo era per un marchigiano tifoso ed ex consigliere dell’Inter.

2. A proposito di Juventus, anche adesso che Maurizio Sarri è ufficialmente l’allenatore della Juventus, per i prossimi tre anni, ribadiamo il concetto: Sarri non c’entra niente con la storia della Juventus e nemmeno con il suo presente. Non è l’allenatore emergente reso grande dal club bianconero, non è un gestore di campioni e tanto meno di campioni sul viale del tramonto. Questo non è in contraddizione con il nono scudetto consecutivo della Juventus e nemmeno con la vittoria in Champions League: poteva vincerla il Tottenham, che in tutta la scorsa edizione ha giocato bene due secondi tempi, quindi chiunque fra le dieci corazzate la può conquistare a prescindere dal gioco. Anche con Sarri in panchina.

Sarri è chiaramente la seconda scelta di Agnelli e di un ambiente, in cui mettiamo anche i tifosi, che da Cristiano Ronaldo in poi è entrato in un’altra dimensione e giudica con sufficienza, quando non con ostilità, l’arrivo di uno che non è Guardiola ma è un ottimo allenatore, che allena senza essere rigido come vuole il luogo comune. E al Chelsea è stato anche meno rigido che in passato… Poi Guardiola ha ripetutamente detto di no, pubblicamente e privatamente, e giustamente da mesi i vituperati giornalisti sportivi (anche noi, da puri follower dell’onda) scrivono la stessa cosa.

Questo però non giustifica il bullismo dilagante un po’ ovunque, contro chi soltanto ipotizzava una preferenza di Agnelli per Guardiola (cioè la realtà: chi mai preferirebbe Sarri a Guardiola, potendoli ingaggiare entrambi?). Il Chelsea non ne poteva più di Sarri, l’ha praticamente accompagnato alla porta chiedendo una buonuscita che è meno di un quinto di quella pagata l’anno scorso al Napoli. Se per un mese la Juventus è stata senza allenatore non è stato per la difficile liberazione di Sarri ma perché la speranza, non sapremmo come altro definirla, di Agnelli si è saldata con quella di Tirzan.

3. Nella trumpiana periferia Ovest di Milano la conferenza di Totti è stata seguita minuto per minuto, possiamo testimoniarlo. L’amico e maestro Budrieri ha ricordato che Mazzola e Rivera non hanno lasciato ricordi splendidi come dirigenti di Inter e Milan, ma indubbiamente lui ancora non perdona a Mazzola la cattiva gestione del caso Ambu. Mentre gli spacciatori maghrebini del nostro bar si chiedono cosa fare delle loro magliette bianconere con il nome di Guardiola (il famoso merchandising asiatico), Budrieri guarda sconsolato gli avventori italiani del bar, menti acute che saprebbero riformare il CSM in dieci minuti se soltanto non dovessero discutere della posizione migliore per Krunic. Budrieri capisce bene Totti, l’Inter dei cinesi e di Conte non lo rappresenta minimamente ma è in generale il calcio ad avere perso fascino ai suoi occhi. Cosa significano ventidue sconosciuti che corrono dietro a una palla, senza sapere la differenza fra una squadra e l’altra? Meglio disdire tutti gli abbonamenti (Budrieri peraltro non ne ha nessuno, anche se gli arrivano ancora da pagare i bollettini postali di Telepiù Grigio) e riprendere l’attività sessuale, interrotta durante la gestione Chiappella.

(ore 16.00 di lunedì 17 giugno 2019, la rubrica calcistica di Indiscreto dà appuntamento a domani pomeriggio. Le parti in corsivo sono uno scherzo, dobbiamo sempre precisarlo perché l’analfabetismo è dilagante)

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