Calcio

Il curriculum di Giampaolo

Vincenzo Matrone 03/06/2019

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Marco Giampaolo è rimasto il candidato unico alla panchina del Milan, più perché gli altri si stanno accasando altrove che per una reale strategia dei dirigenti rossoneri. Anche se quello dell’ex allenatore della Sampdoria è sempre stato un nome graditissimo a Paolo Maldini, probabile futuro direttore tecnico del Milan dopo un anno ancora da decifrare.

Giampaolo sarebbe una buona scelta? Prima di dare la nostra risposta la prendiamo un po’ alla lontana. In molti ci dicono che essere stato un grande giocatore non voglia dire che diventerai un ottimo dirigente o allenatore: di solito questa storia viene tirata fuori da chi non alcun passato e dal suo fan club, come è logico che sia.

Comunque pensiamo che avere vinto molto, avere giocato con fortissimi colleghi e avversari ed avere avuto allenatori importanti aiuti sempre. Come minimo ti dà credibilità nei confronti dei giocatori. Non è questo il caso di Giampaolo, dato come quasi certo prossimo allenatore del Milan, che da giocatore vanta presente a Gubbio, Licata, Siracusa e Giulianova.

Niente di male, nemmeno se aspiri ad allenare il Milan: non ci sembra che il passato da giocatori di Sacchi e Zaccheroni fosse più importante di quello di Giampaolo. Parliamo solo dell’allenatore, quindi, il cui curriculum non si ferma certo alla Sampdoria. Un curriculum strapieno di esoneri (due al Cagliari, poi a Siena, Catania, Cesena) e di problemi nel reggere certe pressioni (soprattutto a Brescia, avventura che finì con velocissime dimissioni). In definitiva l’unica panchina che Giampaolo ha conservato per oltre un anno è stata quella della Sampdoria, dove il suo miglior risultato è stato il nono posto della stagione appena terminata. Leggere quindi che Giampaolo è uno che lavora bene sui giovani, un aziendalista vero, uno da progetto a lunga scadenza, è senza senso. Magari è vero, di sicuro, finora non l’ha dimostrato. Forse a forza di scriverlo molti giornalisti hanno iniziato a credere a loro stessi invece che alla realtà.

Poi senza dubbio la sua Sampdoria ha giocato un buon calcio, ottenendo risultati in linea con il valore dei suoi giocatori. Niente per cui gridare al miracolo, anche nell’era in cui tutto è eccezionale e storico. Poi Giampaolo è tatticamente preparato, brillantissimo al suo corso di Coverciano, nonché uno dei pochi a credere davvero nel trequartista dietro a due punte: è quindi un allenatore che non butta via il talento che gli capita fra le mani. Con una facile battuta potremmo dire che sarebbe adattissimo al Monza di Berlusconi, tornando per due secondi seri invece va detto che Giampaolo è l’allenatore giusto per il Milan navigante a vista di oggi. Può far giocare bene una squadra di medio livello e valorizzare i nuovi acquisti, visto che questa sembra essere la filosofia.

Quanto al contratto, speriamo che abbiano esagerato quando ci hanno parlato di triennale, visto che non ci sembra che le aspiranti vincitrici di Champions League fossero in coda per Giampaolo e che nemmeno la Sampdoria abbia fatto le barricate per trattenerlo. E quindi? Forse il curriculum qualcosa dovrebbe contare, soprattutto se alleni da 15 anni. E i discorsi su Elliott che vuole un’immagine internazionale per il marketing, il merchandising, eccetera? Al prossimo giro, magari.

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