Streaming illegale, quasi cinque milioni di ladri

3 Dicembre 2018 di Stefano Olivari

In Italia 4,6 milioni di persone di età superiore ai 15 anni seguono illegalmente eventi sportivi in diretta, per un totale stimato in 21 milioni di questi eventi. Ovviamente il 4,5 di partite a testa è la media fra chi in maniera estemporanea si collega in maniera illegale quando la sua squadra è fuori dall’abbonamento legale (esempio: chi ha solo Sky Sport, o magari anche Sky Calcio ma senza Dazn) e chi abitualmente segue la partite con uno streaming non legale, collegandosi ad uno dei vari siti di riferimento o usufruendo di pacchetti già pronti come il mitico ‘pezzotto’ alla napoletana, che in realtà gratuiti non sono perché di solito almeno una quindicina di euro al mese bisogna tirarli fuori. In altre parole, ci sono minorati mentali che preferiscono lasciare i dati della propria carta di credito alla camorra invece che a Sky. I dati citati fanno parte di uno studio FAPAV-IPSOS e secondo noi sono anche sottostimati. Perché stando a quel che si sente in giro ben più di una persona su dieci ricorre allo streaming illegale. Discorso che non riguarda i lettori di Indiscreto, ovviamente…

Il punto di partenza è che lo sport televisivo non è un genere di prima necessità, anche se per legge ci sono eventi che obbligatoriamente devono essere trasmessi anche in chiaro: le partite ufficiali della Nazionale, il Giro d’Italia, il Gran Premio di Monza, le Olimpiadi, eccetera… Tutto quello che sta fuori può essere trasmesso in maniera free o pay, a seconda del mercato, ma bisogna ribadire che né Frosinone-Empoli né Juventus-Inter sono diritti inalienabili della persona umana. Così come non lo sono un concerto, un film, una rappresentazione teatrale, una serie tv e così via. Significativo che dei 21 milioni di eventi prima citati circa tre quarti riguardino il calcio e che quasi un quarto dei pirati veda le partite tramite IPTV (traduzione: non attraverso il computer ma con la televisione, con decoder opportunamente taroccati). Insomma, anche la pirateria si è imborghesita e lo sarà sempre di più perché è ormai entrato nel senso comune che la pay-tv costi troppo.

È senz’altro vero, in proporzione a quanto la seguiamo realmente e al fatto che nella versione Sky proponga una marea di cose che non ci interessano (si può dire che rimaniamo abbonati solo per le serie tv e la NBA, perché guardare le partite al computer ci intristisce). Ma sarebbe sufficiente non abbonarsi, secondo la stessa logica con cui non viaggiamo in business class o non compriamo Ferrari (nemmeno lo spumante). Di più: secondo noi qualunque appassionato di sport potrebbe vivere benissimo anche soltanto con l’attuale offerta in chiaro: Nazionale, Champions League, Nations League, Serie A e A2 di pallacanestro, quasi tutta la pallavolo, quasi tutto dell’atletica, del nuoto e dello sci… Come al solito è questione di percezione: gente che spende 20 euro per una pizza, 100 per due bottiglie di vino e 500 per un paio di scarpe trova profondamente ingiusto spenderne 1,50 per un quotidiano o 9,99 per un mese di Dazn. Fino ad arrivare al punto di non ritorno di pagare un panino 5 euro per leggere la Gazzetta gratis o il combo birra-patatine rancide 10 per un Milan-Chievo visto in piedi in mezzo alla confusione. 

Share this article