Prima o Seconda Guerra Mondiale?

5 Novembre 2018 di Indiscreto

Il centenario della fine, per l’Italia, della Prima Guerra Mondiale ci impone tre minuti di serietà nonostante con il ‘Di qua o di là’ noi si tenti spesso di andare nella direzione opposta, più vicina ai nostri ideali. Il 4 novembre è passato e con esso è passata anche la bolsa retorica delle istituzioni che ha resistito al Sessantotto e che anzi molti sessantottini hanno fatto diventare dogma. Ma veniamo al punto, perché al di là delle ovvie cose negative che si possono dire su tutti i conflitti della Grande Guerra ci hanno sempre nella nostra prospettiva colpito alcuni aspetti.

1) Il fatto che abbiano perso la vita il triplo degli italiani (1.250.000 i morti, incalcolabili i feriti e i mutilati) rispetto a quanti l’avrebbero persa nella seconda, addirittura con un maggior numero anche di vittime non militari. 2) Il fatto che l’Italia avesse un altissimo numero di volontari, con una notevole rappresentanza anche di classi sociali storicamente di imboscati: una generazione di borghesi idealisti fu quasi distrutta. Un vero mistero, perché con gli occhi di oggi non poteva scaldare i cuori una guerra iniziata tradendo gli alleati di pochi mesi prima e con obbiettivi non chiari. 3) La trasversalità di interventismo e neutralismo rispetto a quasi tutte le formazioni politiche, socialisti compresi, cosa che spiega in parte anche l’ascesa del fascismo qualche anno dopo. 4) L’incompetenza criminale degli alti comandi italiani (i loro nomi sono in molte nostre vie e piazze), che svanito l’effetto propaganda portò a quasi un milione di procedimenti giudiziari (e a quasi 4.000 condanne a morte) su circa 5 milioni di arruolati o mobilitati.

Tutto ciò rende ridicola la campagna mediatica degli ultimi giorni, alla ricerca di una memoria condivisa, che non potendo giocare le sue carte per la Seconda Guerra Mondiale prova a tornare ancora più indietro perché per i ragazzi morti in trincea non è che l’Anpi o Casa Pound scendano in piazza. Peccato che il conteggio delle vittime e l’approssimazione nelle prime fasi del conflitto dicano chiaramente che il liberale Salandra (ma liberale era anche il suo ex sponsor Giolitti, che invece era neutralista) sia stato per il nostro paese più dannoso del fascista Mussolini. Se poi dall’Italia allarghiamo lo sguardo il mondo è chiaro che la guerra 1939-1945 sia stata un’altra cosa, ma noi non siamo il mondo ed è come italiani che siamo purtroppo entrati in guerra entrambe le volte, sempre a guerra iniziata e la seconda volta con un tocco di viltà in più.

Il ‘Di qua o di là’ storico è quindi diretto: da quale delle due guerre mondiali l’Italia è uscita con più onore, o meno disonore? Risposta difficile, anche perché nella prima non ci fu una vera vittoria e nella seconda non ci fu una vera sconfitta. Senza contare le conseguenze: la prima portò al fascismo, la seconda alla Repubblica. È un sondaggio stupido, ce lo diciamo da soli, ma dopo giorni di retorica sul sangue (anche il sangue versato alla cazzo di cane?) che unisce sentivamo il bisogno di proporlo.

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