Jack Ryan, tutta l’ideologia di Tom Clancy

27 Settembre 2018 di Indiscreto

Il Jack Ryan in onda da qualche settimana su Amazon Prime Video è una di quelle rare serie televisive o film che sono nettamente migliori dei libri da cui sono tratti. Prima di tutto perché del personaggio creato da Tom Clancy rimangono, almeno nella prima serie (ce ne sarà di sicuro una seconda), soltanto alcune caratteristiche mentre i riferimenti biografici e geopolitici (Ryan è un’analista della CIA) sono necessariamente cambiati e gli sceneggiatori hanno attualizzato tutto. Non che i libri di Clancy fossero male, anzi alcuni sono geniali e preveggenti, ma l’onnipresenza della tecnologia li rende strutturalmente datati anche se alcuni capisaldi del Clancy-pensiero rimangono nella serie per gli abbonati al servizio Prime, buono (secondo noi superiore a Sky Cinema, senza dimenticare che costa 3 euro al mese) per quanto riguarda i film e in recupero sulle serie TV. E qual è il pensiero politico di Clancy, che ha lasciato questa terra e i suoi amati Baltimore Orioles nel 2013?

Prima di tutto era un repubblicano di stampo reaganiano: liberista e anti-tasse in economia, liberale e libertario per quanto riguarda i diritti civili, anticomunista, poco affascinato dalle furbizie europee e dai presunti valori del Terzo Mondo. Inoltre era un cattolico, piuttosto tiepido ma cattolico (come Jack Ryan): con decenni di anticipo aveva previsto che l’unico pregiudizio ormai possibile nell’era del politicamente corretto sarebbe stato quello contro i bianchi cattolici (si pensi alla pedofilia, stando ai media sembra un monopolio del clero cattolico). Inoltre vedeva nell’Islam un pericolo costante, prima  e dopo l’11 settembre, che la sinistra statunitense sottovalutava legando le mani a CIA ed FBI. L’ammirazione, soprattutto per la CIA, era totale, nonostante (o forse proprio per questo) il suo background fosse di tutt’altro tipo: Clancy era nato come assicuratore ed era diventato scrittore professionista a quasi 40 anni, dopo lo strepitoso successo di ‘La grande fuga dell’Ottobre Rosso’: al cinema, da noi, ‘Caccia a Ottobre Rosso’, con un memorabile Sean Connery nella parte del capitano Ramius e Alec Baldwin in quella di Jack Ryan. Con il successo si era creato anche uno strano meccanismo, strano per un ex assicuratore di provincia: Clancy aveva all’interno della CIA buonissimi informatori, che gli permettevano di citare armi e procedure segreti con anni di anticipo rispetto al loro uso nel resto del pianeta.

Tornando alla serie di Amazon, bisogna dire che è da binge watching estremo perché l’azione è molto serrata (pur non essendo esagerata) e i cambi di scenario molto frequenti. Colpisce il grande spiegamento di mezzi e il numero di location (la parte in Francia la migliore), così come una meno netta divisione fra buoni e cattivi rispetto al Jack Ryan letterario, con tanto di capo di Ryan, James Greer, musulmano moderato. Il protagonista, interpretato da John Krasinski, è un finto uomo qualunque ed è quindi abbastanza aderente all’originale, mentre il contorno è ovviamente reinventato ad uso televisivo e del resto nessuno ha mai spacciato questa serie come derivante dai libri di Clancy. Il confronto con Harrison Ford o Ben Affleck, secondo noi fuori ruolo nei film ryaneschi interpretati, è tutt’altro che perdente, mentre il grande nemico, Ali Suliman, è meno complesso di quanto avrebbe potuto essere, fra infanzia in Libano e moglie in fuga. Interessante la proposizione di donne di personalità, non da riposo del guerriero, e al di là della trama centrata l’ideologia a suo modo pacifista di Clancy: la guerra genera altra guerra, assurdo che l’America mandi a morire i suoi giovani in giro nel mondo soltanto per farsi odiare di più. In definitiva un’ottima serie, che sfiora qualche tema delle prime stagioni di Homeland e lascia la voglia di guardare le successive. Anche se il Jack Ryan di Amazon difficilmente avrà lo sviluppo di carriera, non spoileriamo ma lo sanno tutti quale sia, di quello letterario.

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