Viva il vitello, l’Europa che piace

Nelle scorse settimane c'è stata una campagna pubblicitaria per la promozione del consumo della carne di vitello, intitolata genialmente 'Viva il vitello' e finanziata anche dall'Unione Europea, che cerca così di buttare via soldi in maniera più stupida rispetto a quelli regalati ogni anno ad agricoltori disonesti, discografici hip hop, film senza spettatori, eccetera, fino al punto di non ritorno delle decine di milioni ogni anno date ai palestinesi.



I creativi della campagna, a questo link trovate i nomi dei colpevoli, hanno inventato lo slogan “L’Europa che piace – La carne di vitello: una buona idea per mille buone idee”. Davvero un bello slogan, scritto bene e in generale di grande impatto. Ma il bello è ovviamente l'obbiettivo: "Rafforzare la conoscenza e la consapevolezza della carne di vitello, in particolare presso le generazioni più giovani, e comunicarne i plus". La consapevolezza della carne di vitello...

Stando ai dati CIWF in Italia, nascono circa 1.800.000 vitelli ogni anno. La maggior parte trascorre le prime 8 settimane di vita rinchiusa in un box singolo, in condizioni simili a quelle degli allevamenti lager recentemente scoperti in Polonia, sempre Unione Europea. Però 'Viva il vitello' (lo ammazziamo e lo sfottiamo anche, siamo davvero la specie preferita da Dio) ha fra i suoi scopi, c'è anche un sito, quello di dimostrare la preoccupazione degli allevatori europei per il benessere animale.



In pratica Budrieri con le sue tasse finanzia l'Unione Europea (l'Italia è fra i pochi stati che siano pagatori netti, cioè diano più di ciò che ricevano), che dà quei soldi ad un'associazione privata come Assocarni, che li dà a televisioni e giornali per sostenere il consumo della carne di vitello che Budrieri compra scontata del 50%, l'ultimo giorno utile e spesso anche oltre, al supermercato. Una catena lunghissima con una sola vittima, il vitello, fra l'altro l'unico fra tutti a non avere la sopraffazione come stile di vita.