Sanremo 1985, noi ragazzi di oggi
Tra poco meno di un mese comincia il
Festival di Sanremo e quindi come ogni anno, con buona pace degli ‘hater’ (lo scriviamo non a caso in inglese) della musica italiana, ricordiamo le edizioni passate. Iniziando con quella del
1985 che fu probabilmente la più 'ottantiana’ del decennio. A cominciare dai vincitori,
I Ricchi e Poveri, trasformatisi in terzetto qualche anno prima e rilanciati da quel
Freddy Naggiar patron della
Baby Records nonché promotore della italo disco dominatrice del periodo (Da Gazebo a Den Harrow), di progetti internazionali come i Rondò Veneziano e della compilation Mixage, nonché discografico di Al Bano e Romina Power trionfatori l’anno prima con
Ci sarà. La vittoria del gruppo vocale genovese, da
Sarà perché ti amo (1982) in poi particolarmente noto anche in Europa, non arrivò quindi così inaspettata (il brano, un decoroso pop, era
Se mi innamoro), precedendo l’imberbe adolescente messicano
Luis Miguel (14 anni, quasi 15, all'epoca e destinato a diventare una stella della musica latina, nonché per un certo tempo compagno di
Mariah Carey) con la celebre
Noi ragazzi di oggi, vero simbolo di quell’edizione, e una grande della canzone come
Gigliola Cinquetti (
Chiamalo amore), anch’essa in scuderia Baby Records. La durata infinita delle serate, la conduzione sicura e decisa di
Pippo Baudo (affiancato da
Patty Brard), il palco dalla lunga scalinata, i voti tramite Totip e il full playback furono tra gli altri elementi da considerare tipicamente ‘ottantiani’ di una gara che vide all'ultimo posto le atmosfere new wave di
Garbo (
Cose veloci, parleremo prossimamente del suo nuovo album, successore di
La moda), al penultimo
Donne di
Zucchero, sul palco in compagnia di Corrado Rustici e Randy Jackson e fresco di quel cambio di rotta che lo avrebbe poi portato a scalare le classifiche internazionali, e al terzultimo un'altra chicca:
Faccia di cane dei
New Trolls, bel ritmo (con lo zampino di Fabrizio De André al testo) di un gruppo capace di cambiare pelle adeguandosi ai tempi con qualità, senza vivere del proprio passato. Ma sono tanti gli altri brani in gara al
Festival della Canzone Italiana del
1985 degni di citazione e ci riesce difficile fare una nostra graduatoria: in ordine sparso
Ritratto di
Franco Simone (
intervistato da noi qualche tempo fa),
A lei (autore Roberto Vecchioni) di una
Anna Oxa al top della sua ascesa vocale ed estetica vestita di tute aderenti che destarono per l’epoca ampio scalpore, e
Souvenir dei
Matia Bazar post rivoluzione
Vacanze Romane (premio della critica, da lì a poco uscirà lo smash hit europeo
Ti sento). E ancora, la conferma anche all’estero di
Eros Ramazzotti con
Una storia Importante (e vincitore l'anno successivo con Adesso tu) e
Grande Joe del
Banco (non più del Mutuo Soccorso), lontano dal progressive dopo la virata pop di inizio decennio. E le melodie di
Marco Armani (
Tu dimmi un cuore ce l'hai). Ma è anche alle nuove proposte di quel Sanremo (vinse
Cinzia Corrado, con
Niente di più) che siamo particolarmente legati, e in particolare alla delicata
Firenze piccoli particolari (autore della musica Amedeo Minghi e usata anche come sigla di una telenovela) di
Laura Landi, alla splendida
Occhi Neri (firmata Ron) di
Marco Rancati, passando per il pop di
Luna Nuova (
Silvia Conti) e la trascinante
Volti nella noia degli
Champagne Molotov (la band di Enrico Ruggeri). Tra i nostri inni di di quattordicenni c’era infine
Saranno i giovani (scritta con Mimmo Locasciulli, in gara tra i Big con Buona Fortuna) interpretata da
Roberto Kunstler, autore di recente ritornato in auge per le collaborazioni con Sergio Cammariere. Quasi una sorta di ‘risposta’ a
Noi ragazzi di oggi. Il premio della critica quell’anno andò a
Mango, in attività da una decina di anni, ma fresco del cambio di passo imposto con
Oro. La canzone si intitolava
Il viaggio, notevole electro-pop di quelli che oggi non si sentono più per
l’artista lucano scomparso da poco. In definitiva un bel Festival, di musica da ascoltare, quello del 1985. Quando di dischi se ne vendevano ancora tanti e la domenica c’era ancora Discoring.