Suarez a Perugia, la perfetta organizzazione della Juventus (fino a una settimana fa)

L’esame di italiano sostenuto da Luis Suarez a Perugia, lo scorso 17 settembre, era finto: domande concordate, tempo ridottissimo, segretezza quasi assoluta, giornalisti depistati (avrebbero potuto porre domande in italiano B1, non troppo diverso da quello con cui ci esprimiamo). Intercettazioni ed indagini danno per il momento questo scenario, mentre la vera partita è quella sul mandante.



Iniziativa personale di Suarez, iniziativa di suoi consiglieri (lui non ha procuratore), iniziativa della Juventus che quando l’esame era stato organizzato (ben prima di una settimana fa, quindi) era interessata a lui, iniziativa di altre squadre con necessità di averlo con passaporto comunitario? Una settimana fa a reti unificate si esaltava la perfetta organizzazione della Juventus.... Ovviamente ora sta circolando anche una versione che salverebbe capra e cavoli, fatta propria da alcuni addetti stampa ufficiosi: l’organizzazione logistica era sì della Juventus, ma l’esame è stato ciò che è stato per colpa di professori troppo tifosi. Fa già ridere così.

Sui giornali di oggi la bomba è stata sganciata da Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera, che fra le altre cose ha riportato una dichiarazione del rettore dell’università di Perugia che tira in ballo Fabio Paratici, Chief Football Officer (direttore sportivo sembrava brutto) della Juventus. Che dopo l’esame di Suarez lo avrebbe chiamato per ringraziarlo per l’accoglienza ricevuta a Perugia dall’attaccante.



Siamo facili profeti dicendo che tutto dal punto di vista sportivo finirà a tarallucci e vino (il presidente federale Gravina pare su questa linea), mentre per il resto non sappiamo. Per il momento siamo colpiti dall’assenza di vergogna di chi una settimana fa esaltava la perfetta organizzazione, da parte della Juventus, della mezza giornata umbra dello studente uruguaiano.

Con esaltazione del blitz, della disponibilità di Suarez (ma in quale film?), della soddisfazione e del sorriso degli esaminatori. In sostanza la velina di una settimana fa era quella di esaltare l’impegno di Suarez nel voler venire alla Juve, mentre quella di oggi è del genere ‘ha fatto tutto lui, insieme a professori che sognano la Champions League’. Ma perché un attaccante con mercato in tutto il mondo, e comunque con megacontratto ancora in essere al Barcellona, dovrebbe sottoporsi all’umiliazione di un esame taroccato in una lingua che non conosce? Di sicuro adesso l’università di Perugia non sarà citata nel mondo soltanto per Amanda Knox.